Nella tecnologia è sempre tempo di bilanci. Uno dei confronti più interessanti, in questo periodo, è senz’altro tra gli hard disk tradizionali, che equipaggiano la stragrande maggioranza dei sistemi oggi in commercio, e le unità SSD (Solid State Drive).
Queste ultime presentano indubbi vantaggi rispetto ai fratelli meccanici, sia per quanto riguarda l’efficienza, che le prestazioni in senso stretto. Anche la longevità è a favore delle nuove unità. Quindi, su quale punto gli hard disk meccanici battono in distanza quelli magnetici?
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La risposta è nel costo per gigabyte, che, negli hard disk tradizionali, è di circa 20-30 volte inferiore rispetto ai diretti concorrenti. Ma come ogni cosa, il prezzo è destinato a scendere man mano che la tecnologia si consolida e che i processi produttivi diventano maggiormente efficienti.
Infatti, secondo Ryan Petersen, CEO di OCZ, azienda nota nel settore, questa forte disparità di costo sarà ridimensionata nel giro di due anni. Per la fine del 2011 saranno realizzati SSD con memorie MLC a 4-bit per cella (il doppio di quelli attuali). Questa innovazione permetterà il raddoppio della capacità di memorizzazione mantenendo inalterato il costo di produzione.
Se le stime si dichiareranno veritiere, già nel 2012 le unità SSD potrebbero diventare i componenti principali di personal computer e notebook.