Nelle università degli States è caccia ai pirati

La MPAA, seguendo le orme della RIAA, sta convogliando i propri sforzi nel combattere la pirateria nelle università. Ora anche una proposta di legge potrebbe cambiare la destinazione degli aiuti statali per combattere il fenomeno
Nelle università degli States è caccia ai pirati
La MPAA, seguendo le orme della RIAA, sta convogliando i propri sforzi nel combattere la pirateria nelle università. Ora anche una proposta di legge potrebbe cambiare la destinazione degli aiuti statali per combattere il fenomeno

Seguendo le orme della RIAA, l’associazione che riunisce gli editori fonografici americani, anche l’MPAA sta concentrando i propri sforzi nel tentativo di arginare la pirateria soprattutto nelle università. Da tempo è infatti noto il fatto che i potenti server e le grosse strutture informatiche delle principali università statunitensi sono un grosso ricettacolo di pirateria: producono, scambiano e distribuiscono materiale illegale di ogni sorta e su scala mondiale.

La MPAA ha innanzitutto pubblicato una lista dei 25 istituti più contagiati dal problema ed ha poi aderito al «Curb Illegal Downloading on College Campuses Act (2007)», emendamento che propone di far ricadere i fondi per la lotta alla pirateria sotto la responsabilità federale. In questo modo la lotta allo scambio illegale in rete di materiale coperto da diritto d’autore non sarebbe più nelle mani delle singole università. Lo spirito che guida la proposta, come si legge nel documento ufficiale, è che «i sistemi informatici dei college e delle università hanno come fine primario l’educazione e l’aumento della capacità di ricerca per gli studenti e la facoltà». Nulla a che vedere quindi con le ingenti quantità di Gb coperti da diritto d’autore che vengono scambiati attraverso le strutture universitarie in questione.

Tuttavia nonostante le molte polemiche continua a mancare una presa di posizione in un senso o nell’altro da parte degli enti in questione. Le università sembrano al momento non curarsi del problema e, secondo quanto suggerito da Ars Technica, di mezzo potrebbe esserci proprio la modifica della legge che regola l’erogazione di fondi dallo stato.

Segue l’elenco completo degli istituti additati dall’MPAA con tanto di quantificazione degli studenti coinvolti:

  1. Columbia University – 1,198
  2. University of Pennsylvania – 934
  3. Boston University – 891
  4. University of California at Los Angeles – 889
  5. Purdue University – 873
  6. Vanderbilt University – 860
  7. Duke University – 813
  8. Rochester Institute of Technology – 792
  9. University of Massachusetts – 765
  10. University of Michigan – 740
  11. University of California at Santa Cruz – 714
  12. University of Southern California – 704
  13. University of Nebraska at Lincoln – 637
  14. North Carolina State University – 636
  15. Iowa State University – 586
  16. University of Chicago – 575
  17. University of Rochester – 562
  18. Ohio University – 550
  19. University of Tennessee – 527
  20. Michigan State University – 506
  21. Virginia Polytechnic Institute – 457
  22. Drexel University – 455
  23. University of South Florida – 447
  24. Stanford University – 405
  25. University of California at Berkeley – 398

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