Il 4 luglio non è un giorno scelto a caso per l’ingresso ufficiale dello smartphone touchscreen Neo Freerunner sul mercato di massa. Il giorno dell’indipendenza americana è stato usato infatti per, letteralmente, dichiarare l’indipendenza per il telefono cellulare. Il comunicato stampa, oltre a presentare le caratteristiche ufficiali del terminale, sottolinea la totale apertura del Neo FreeRunner che difatti è il primo e, fino ad ora, unico telefono cellulare completamente open source.
OpenMoko, società con sede in Taipei (Taiwan), mette infatti a disposizione tutti i progetti e gli schemi dei circuiti elettronici, liberamente scaricabili e riutilizzabili secondo i dettami della licenza Creative Commons 3.0 Attribution-ShareAlike. Anche il software è liberamente scaricabile e riutilizzabile, e si basa sul sempre più popolare sistema operativo Linux: il Neo FreeRunner utilizza la distribuzione OpenMoko, studiata ad hoc per funzionare sul piccolo terminale e completa non solo di tutti gli applicativi necessari per il normale utilizzo dello smartphone, ma anche di una completa suite di librerie che permettono agli sviluppatori di scegliere il linguaggio che più preferiscono (oltre al solito C/C , è possibile scrivere software anche in Python e presto anche in Java).
L’attuale release del telefono presenta una dotazione hardware nella media: 256 MB di memoria Flash on-board (espandibile tramite memorie microSD), un processore Samsung da 400MHz, Bluetooth di seconda generazione, sensori di movimento, touchscreen da 2,8 pollici (risoluzione VGA 480×640) e connettività GPRS (niente EDGE, né UMTS). Completano il corredo una scheda di rete wireless 802.11 b/g, un ricevitore GPS e una porta USB alimentata. Manca del tutto la fotocamera integrata.
Grazie alla sua natura open, il Neo FreeRunner prima ancora di raggiungere gli utenti, è stato utilizzato come base per altri progetti. La Koolu, azienda con base in Canada, che ha presentato il W.E. Phone, del tutto simile al FreeRunner, ma che promette, almeno per il futuro, la possibilità di utilizzare le applicazioni scritte per Android. Sempre dal FreeRunner deriva il navigatore satellitare Dash Express, anch’esso proveniente dalla patria delle giubbe rosse), e ancora grazie al modulo GPS, il FreeRunner potrebbe diventare la base per un nuovo dispositivo dedicato agli archeologi.
Lo spirito open source che ha guidato fin qui lo sviluppo del Neo FreeRunner non riguarda solo la possibilità di riutilizzare ed espandere progetti e software senza grosse limitazioni, ma ha portato OpenMoko ad utilizzare un modello organizzativo tipico delle applicazioni open source. I programmatori e gli ingegneri del gruppo di lavoro non sono infatti localizati in una singola città ma lavorano al progetto da diversi angoli del pianeta, comunicano tramite IRC e mettono a disposizione di tutti anche le versioni di sviluppo (queste ovviamente dedicate al popolo degli smanettoni piuttosto che agli utenti). E proprio nelle versioni di sviluppo si trovano le tracce delle novità che vedremo in futuro: un’interfaccia rinnovata basata su Qtopia, il framework per dispositivi mobili sviluppato da Trolltech/Nokia, e gli effetti grafici e le animazioni derivate dal progetto Enlightenment (popolare window manager per Linux) che il suo stesso sviluppatore ha provveduto ad adattare per il dispositivo mobile. Il tutto nel segno di un’iniziativa di più ampio respiro, chiamata OpenMoko Framework Initiative, che punta a costruire uno stack che possa essere più facilmente riutilizzato per equipaggiare altri dispositivi mobili diversi dal Neo FreeRunner.
Disponibile sia per le frequenze americane che europee, il Neo FreeRunner è acquistabile direttamente dallo store online di OpenMoko al prezzo di 399 dollari più spese di spedizione (circa 80 dollari per l’Italia). Il modello compatibile con il GSM europeo (a 900 MHz) non è ancora disponibile sullo store online, ma è stato già consegnato ai distributori europei dai quali è possibile acquistarlo a 329 dollari tasse comprese.