Una delle libertà garantite dal free-software è quella di poter essere ridistribuito senza vincoli. Questo ha portato alla creazione di molte distribuzioni di GNU/Linux, diverse incarnazioni dello stesso sistema operativo che si differenziano per le configurazioni o i programmi pre-installati. Parlo di Debian, Ubuntu, RedHat, Gentoo, solo per citarne alcune.
Con l’ingresso del pinguino nel mondo mobile, non c’è quindi da stupirsi che possa succedere la stessa cosa anche su palmari e smartphone. Se poi anche l’hardware è rilasciato con licenza GPL, e qui mi riferisco al Freerunner Neo 1973, allora capita di assistere alla nascita di qualcosa come NeoPwn.
In pratica si tratta di una versione ottimizzata e personalizzata del Neo 1973 per eseguire penetration test, ambito un cui un device portatile e discreto può davvero fare la differenza.
La dotazione software è composta da molti famosi tool open source per questo campo applicativo: aircrack, btscanner, metasploit, kismet e molto altro. Si capisce subito come l’indirizzo sia tendenzialmente rivolto verso i controlli nel mondo wireless, quindi WiFi e Bluetooth. Potendo comunque customizzare il sistema a proprio piacimento, l’unico limite, ed è proprio il caso di dirlo, nella propria fantasia e nelle risorse hardware disponibili.
Parlando di hardware, viene inoltre aggiunta la possibilità di acquistare una scheda WiFi USB, abilitata al monitor mode e al packet injection, funzionalità non disponibili con la scheda interna al Neo 1973.
Il costo delle soluzioni è abbastanza modulare, partendo dal solo sistema operativo installato su microSD da 2GB a 79 dollari, arrivando al boundle completo con telefono, scheda da 4GB, scheda WiFi USB, hub USB e connettori vari per 699 dollari. Le vendite partiranno dal 1 Ottobre 2008 e la distribuzione raggiungerà tutto il mondo.