Di recente sono spuntate in Rete alcune indiscrezioni a proposito di malumori che serpeggiano all’interno di Nest. L’azienda, acquisita negli anni scorsi da Google, avrebbe manifestato l’esigenza di occuparsi di progetti dal respiro più ampio e ambizioso rispetto a quelli messi in campo finora. Inoltre, il gruppo di Mountain View sembra aver scelto di portare avanti internamente lo sviluppo di un nuovo dispositivo simile all’altoparlante ad Amazon Echo e dunque dedicato all’ambito smart home, senza avvalersi della collaborazione della società acquisita.
Nel fine settimana è giunta la notizia dell’abbandono da parte di due dirigenti Nest, che in qualche modo potrebbe essere collegato alle problematiche di cui si è appena parlato. Si tratta di Shige Honjo e Scott Mullins: il primo da lungo tempo ricopre il ruolo ti Hardware Chief, mentre il secondo è Senior Engineering Manager. Da Nest non è arrivata la conferma ufficiale, ma diverse fonti danno l’indiscrezione per certa.
Nel dettaglio, Honjo lascerà l’azienda nel mese di maggio per una destinazione al momento non meglio precisata. Mullins, invece, si sposterà all’interno di Google, dove si occuperà di progettare la prossima iterazione degli occhiali Glass dedicati alla realtà aumentata (nome in codice Project Aura). Lì collaborerà direttamente con Tony Fadell, dallo scorso anno a capo del progetto e co-fondatore di Nest insieme a Matt Rogers.
Tra le ragioni che potrebbero aver portato ad un inasprimento dei rapporti tra bigG e la società acquisita si presume vi siano risultati finanziari non all’altezza delle aspettative. Oggi Nest è a tutti gli effetti una sussidiaria della parent company Alphabet, creata lo scorso anno per riorganizzare tutte le attività legate all’ecosistema di Google: dal motore di ricerca allo streaming online, dai progetti messi in campo per la medicina alle self-driving car, senza dimenticare robotica, lotta al digital divide ecc.