L’ecommerce italiano cresce, in un contesto che comincia seriamente a guardare verso l’estero, e cresce non soltanto in termini assoluti, ma anche nei settori di prodotto che fino a ieri soffrivano ancora di un limite di accesso, come il food&grocery. Questo è il primo e più rilevante messaggio dal Netcomm Forum a Milano, dove le aziende dell’ecommerce si confrontano pensando al contesto digitale dove operano.
Il Netcomm Forum è iniziato oggi presentando virtualmente ai suoi 12 mila visitatori i dati dell’Osservatorio della School of Management del Politecnico di Milano. Prima notizia positiva: il valore degli acquisti online da parte dei consumatori italiani arriverà nel 2017 a quota 23,1 miliardi di euro, con un incremento del 16% rispetto al 2016. Sono però i termini relativi ad essere particolarmente interessanti, ad esempio il peso finalmente paritario che hanno i prodotti rispetto ai servizi: è la prima volta nella storia del commercio elettronico nel Belpaese, a dimostrazione di un momento di grande dinamicità e di importanti cambiamenti che già oggi si stanno delineando, grazie soprattutto al processo di digital transformation trainato all’interno delle imprese proprio dall’ecommerce.
.@Robliscia Ecco una sorpresa: la #crescita delle #famiglie digitali italiani: 12,2 milioni per 20.7 mln #eshopper (dicembre 2016) pic.twitter.com/bPeYDvY6Qm
— Consorzio Netcomm (@ConsNetcomm) May 10, 2017
Il report L’eCommerce B2c in Italia (pdf) racconta che la domanda ecommerce nel 2017 sarà dunque trainata dai prodotti e in particolare tra i più performanti si trovano i due settori particolarmente rappresentativi del made in Italy, ossia il Food&Grocery (+37%) che da 593 milioni di euro del 2016 passa a ben 812 milioni e l’Arredamento a quota 847 milioni (+27%). Vanno molto bene anche l’informatica ed elettronica con 3.695 milioni (+26%), l’abbigliamento con 2.384 milioni di euro (+23%) e l’editoria che sfiora gli 800 milioni (+18%).
Nell’ambito dei servizi naturalmente il turismo continua la sua crescita, sebbene leggermente ridotta rispetto al 2016, registrando un incremento del 9% con un valore della domanda pari 9.347 milioni di euro, seguita dalle assicurazioni che crescono del 6% sfiorando 1.300 milioni. La ragione è semplice ed evidente: il commercio elettronico in Italia è partito con acquisti semplici, “smaterializzati”, come il classico biglietto aereo. Ora però le aziende che vendono cose tangibili si sono decisamente buttate nell’ecommerce, affrontando tutto quanto tecnicamente è d’obbligo: sistemi di pagamento, logistica, cura del cliente.
Riccardo Mangiaracina ha analizzato le tendenze di questo grande mercato B2C:
I dati dimostrano che chi usa 3 device (pc, mobile, tablet) spende in media tre volte di più di chi utilizza solo il pc, così come l’everywhere shopper compra di più in tutti i canali e usa lo smartphone per orientarsi e acquistare offline. Se si considera il numero di acquisti online (la quota sulle transazioni) il ricorso ai dispositivi mobili mostra un costante e notevole aumento: ogni 100 acquisti online, 8,5 sono stati effettuati da tablet e 17,4 da smartphone (…). Gli acquisti via smartphone raggiungeranno quota 5,3 miliardi di euro, e supereremo i 7 miliardi di euro, ossia quasi un terzo dell’intero mercato e-commerce italiano.