Sono ormai ben 1 milione gli utenti Netflix che fruiscono della piattaforma tramite la console da gioco Xbox 360. Quella che è stata probabilmente una delle più grandi novità del settore dell’ultimo anno si configura pertanto come un successo per entrambe le parti: per Netflix è un modo comodo per aumentare introiti e base clienti; per la Xbox 360 è un modo per aggiungere valore alla console migliorandone la posizione agli occhi dell’acquirente rispetto alla concorrenza.
I numeri che provengono dagli Stati Uniti non possono far altro che generare rammarico nell’occasione che l’utenza italiana si perde nel non avere a disposizione lo strumento. Trattasi infatti di una tecnologia che, tramite una console da gioco già ampiamente diffusa, permette di fruire di film da visualizzare in streaming. Oggi in Italia la Xbox permette il noleggio di film da scaricare per poi fruire in differita (24 ore di tempo dal primo “play” prima che il film venga disattivato sull’hard disk), ma prima di poterne godere occorre effettuare un lungo download. Con Netflix tutto è differente, perchè dopo la scelta è possibile iniziare immediatamente la visualizzazione sul proprio televisore senza ulteriori attese.
In Italia, inoltre, i film selezionabili sono molto pochi, mentre il catalogo Netflix giunge ormai ad oltre 12000 titoli (a cui si aggiungono decine di migliaia di contenuti messia disposizione dal Xbox Live Video Marketplace). Con un comunicato ufficiale Microsoft ha ora festeggiato il milionesimo utente Xbox Live Gold convertitosi a Netflix, contando in pochi mesi di collaborazione ormai 1.5 miliardi di minuti già visualizzati. Netflix in tutto ha 9.4 milioni di utenti, grosse ambizioni di espansione ma, al momento, nessuna velleità internazionale. Per l’utenza italiana, dunque, i numero USA rimarranno una vetrina da guardare da lontano.
Una spada di Damocle, però, pende sulla testa di Netflix. Tutto risale ad una cena del gennaio del 2005, quando il CEO Reed Hastings cenò assieme a John Fleming, in seguito CEO del gruppo Walmart. In quella cena, a quanto pare, si discusse di mercato dei DVD, del noleggio dei film, della vendita, di prezzi e di concorrenza. Ed è quest’ultimo aspetto che la legge potrebbe non accettare: due class action (una datata 2 gennaio e l’altra datata 26 gennaio) sarebbero state depositate per chiedere a Netflix un rimborso per i prezzi maggiorati praticati dal maggio del 2005 ad oggi. Netflix non commenta, Walmart nega ogni addebito. Secondo l’accusa le parti avrebbero sparito il mercato, consegnando a Netflix il mercato online per lasciare a WalMart l’esclusiva sui DVD. Un cambio nel regime dei prezzi Netflix avrebbe agevolato il passaggio ed ora la denuncia chiede un rimborso pari a 3 volte il danno maturato in aggiunta delle spese legali necessarie per sostenere la causa.
L’ipotetica class action giungerà ora in tribunale, ove la giuria dovrà stabilire in che misura le parti abbiano potuto concordare i rispettivi comportamenti così da evitare un reciproco danno e forgiando al contrario un reciproco vantaggio basato su una esclusività di competenze.