Prosegue a vele spiegate la corsa di Netflix per la conquista del mercato internazionale, dopo l’approdo in oltre un centinaio di paesi lo scorso gennaio. Entro il 2018, il colosso dello streaming potrebbe giungere a quota 100 milioni di utenti globali, di cui 75 nei mercati internazionali, superando quindi gli iscritti interni agli Stati Uniti. È quanto rivela una ricerca condotta dalla società d’analisi IHS Markit.
L’espansione di Netflix in altri mercati, oltre a quello statunitense, starebbe già fornendo dati promettenti, sebbene gli USA rimangano attualmente il settore dai maggiori introiti. Eppure, sembra che questa prospettiva sia pronta a un ribaltamento entro il 2018, con la consacrazione definitiva due anni più tardi, nel 2020. Così spiega IHS Markit, tramite l’analista Irina Kornilova:
Entro il 2018, gli abbonati internazionali supereranno per la prima volta il numero di sottoscrittori negli Stati Uniti e, entro il 2020, Netflix potrà contare su 75 milioni di abbonati internazionali. Entro il 2020, gli introiti globali di Netflix potrebbero raggiungere i 13 miliardi di dollari, di cui il 53% dai mercati internazionali. I guadagni dallo streaming nazionale sono stimati a 6,2 miliardi entro il 2020, mentre quelli internazionali a 7 miliardi.
Netflix, oggi presente in 190 nazioni in versioni localizzate per ogni paese, nell’ultimo quarto ha visto un rallentamento degli abbonamenti negli Stati Uniti, controbilanciati però da un aumento in quelli stranieri. Gli analisti, tuttavia, concordano come il recente freno non sia da attribuire al mancato appeal della piattaforma, bensì dalle recenti politiche di prezzo che hanno portato, per vecchi sottoscrittori statunitensi, all’equiparazione dei loro vantaggiosi abbonamenti alle tariffe invece riservate ai nuovi clienti.
In attesa di scoprire quali saranno le prossime scommesse del colosso dello streaming, gli esperti sono concordi nel definire la Cina come il grande mercato da conquistare. Netflix non è al momento presente nell’esteso paese asiatico, sebbene le prime negoziazioni sarebbero in corso con le autorità centrali di Pechino.