È un inverno davvero caldo, quello che si è palesato sugli accoglienti lidi di Netflix. Nella giornata di ieri, infatti, la società ha svelato risultati sopra le aspettative per il quarto fiscale di dicembre, un trimestre sospinto da una grande espansione internazionale. E mentre il numero di abbonati rallenta negli Stati Uniti, la piattaforma fa faville altrove: a livello globale, il colosso dello streaming ha raggiunto quasi 75 milioni di abbonati. Un successo senza pari, considerato come il quarto di riferimento sia oltretutto antecedente all’approdo di Netflix in 190 nazioni mondiali, un annuncio di pochissimi giorni fa.
Nell’ultimo quarto la società ha aggiunto 5,59 milioni di abbonati alla sua user base, superando le aspettative della borsa e le stime da 5,51 milioni. Per questo motivo, per il trimestre in corso Netflix stima il raggiungimento di almeno altri 6,1 milioni di sottoscrittori, data anche la recentissima apertura internazionale. Il valore per azione dell’azienda si è duplicato nel corso degli ultimi 12 mesi, ma i profitti subiscono un rallentamento, dovuto a maggiori costi per la produzione di serie autoctone e alle spese per l’acquisizione di diritti a livello mondiale.
Mentre in patria i dati sembrano assestarsi, con 1.56 milioni di abbonati aggiuntivi e un calo rilevante rispetto agli 1.65 dello stesso periodo di riferimento di un anno fa, è sul fronte internazionale che la piattaforma ottiene le migliori performance. Sono 4.04 milioni gli utenti fuori dagli States raggiunti nel quarto, contro i 3.50 delle aspettative. Un dato probabilmente destinato a crescere, anche in relazione al recente approdo in nuove nazioni, fatta esclusione della Cina. E proprio per quanto riguarda la Cina, la società spiega di puntare a una possibile apertura della piattaforma entro la fine del 2016.
Reed Hastings, Chief Executive di Netflix, ha spiegato come la strategia nei nuovi mercati sia quella innanzitutto di farsi conoscere, quindi di conquistare sottoscrittori. Il dirigente spiega come la società sia conscia delle difficoltà di far presa in nuovi mercati, soprattutto dove esistono già piattaforme simili, ma eventuali risultati “light” non preoccuperanno l’azienda, soprattutto nei primi tempi. Ted Sarandos, Chief Content Officer della società, ha confermato invece come anche per il 2016 il focus sarà sulle produzioni originali e sui grandi investimenti, soprattutto per la conquista di diritti di distribuzione globali. Saranno oltre 600 le ore di programmazione originale che verranno proposte quest’anno, contro le 450 del 2015. Sul fronte delle licenze, inoltre, la piattaforma è pronta a darsi battaglia per conquistare un numero sempre maggiore di contenuti, anche fra quelle case di produzione ancora riluttanti all’universo dello streaming.
Proprio in fatto di diritti, qualche giorno fa la società ha annunciato interventi più stringenti sull’uso di VPN, proxy e unblockr, scelti da molti utenti per accedere a un catalogo Netflix diverso rispetto a quello della nazione di residenza. In tal senso, il colosso ha spiegato come per il futuro l’obiettivo sia quello di acquisire sempre più licenze globali, per garantire in ogni Paese la stessa libreria titoli, poiché la distribuzione geografica è ormai vetusta per le necessità dei consumatori. Nel frattempo, però, la piattaforma non può far altro che adeguarsi agli accordi di distribuzione già intrapresi. Sul versante delle produzioni, invece, Netflix ha da poco svelato il calendario delle première primaverili, tra 11 nuove serie e graditi ritorni come “Orange Is The New Black”, “Grace and Frankie” e “Unbreakable Kimmy Schmidt”.