Gli annunciati blocchi di Netflix, per impedire che gli abbonati accedano a un catalogo diverso rispetto a quello della nazione di residenza, non riguarderanno tutti gli utenti. Sembra, infatti, la società sia pronta a concedere alcune eccezioni, prima fra tutte quella delle basi militari USA nel mondo. È quanto riportano le fonti statunitensi a seguito della preoccupazione dei marines a stelle e strisce, inizialmente convinti di non poter più seguire le serie preferite in qualsiasi angolo del globo.
L’annuncio è ormai ben noto: qualche giorno fa, il colosso dello streaming ha ribadito il proprio impegno nel bloccare l’accesso alla piattaforma tramite VPN, proxy e unblockr, per evitare che gli utenti fruiscano di un catalogo differente rispetto a quello del paese di residenza. Un fatto che si sarebbe reso necessario per proteggere gli accordi di licenza geografici e che Netflix spera di risolvere al più presto, con l’acquisizione di diritti di distribuzione globali.
Una decisione che pare abbia creato una certa preoccupazione per i militari statunitensi sparsi per il mondo, nelle varie basi della nazione in altri paesi. In questi luoghi, infatti, non è insolito gli abbonati si affidino a VPN e proxy pur di accedere al catalogo USA, sia per continuare a fruire di contenuti statunitensi che per non perdere le abitudini di fruizione della madrepatria. Sembra, però, che Netflix sia pronta ad aiutare questi sottoscrittori, così come riporta TorrentFreak. La portavoce Anne Marie Squeo avrebbe così riferito, in merito all’implementazione di blacklist più severe:
Netflix esclude sempre le basi militari statunitensi intorno al mondo [dai blocchi, ndr.]. Saranno in grado di accedere al catalogo statunitense.
La questione dei blocchi voluti dal colosso dello streaming ha generato un certo malcontento fra gli abbonati, così come è evidente anche dai numerosi interventi apparsi sul social network. In molti, infatti, hanno approfittato di questi sistemi per accedere alla libreria USA, molto più ricca e generosa rispetto a quella proposta in altre nazioni. Le stesse società fornitrici di questi servizi, inoltre, negli scorsi giorni hanno promesso dei sistemi per eludere questi controlli, anche se non è ben noto il contesto legale in cui ciò avverrà. Netflix, tuttavia, non può fare altrimenti: finché l’universo dell’intrattenimento non abbandonerà gli ormai vetusti diritti geografici, per abbracciare una distribuzione globale, le blacklist saranno imprescindibili.