Netflix continua a sperimentare sul fronte dei contenuti. E dopo aver investito sulla produzione di numerose serie originali, nonché su film e documentari, la piattaforma già pensa al futuro. Un futuro forse non imminente, ma del tutto plausibile, dove gli utenti preferiranno delle vere e proprie pillole d’intrattenimento al binge-watching. È quanto ritiene il CEO Reed Hastings, nel paragonare i consumi di contenuti futuri come veri e propri farmaci per l’intrattenimento.
In occasione dell’evento WSJD del Wall Street Journal, Reed Hastings si è voluto concentrare sul futuro della fruizione dei contenuti televisivi, in particolare sul fronte dei consumi. Secondo quanto affermato, il CEO di Netflix si dice convinto che i film e gli show televisivi diverranno sempre più “come l’opera e i romanzi”, poiché nasceranno delle alternative più mainstream e fruibili, dei veri e propri sostituti, se non dei succedanei.
Un primo passo, sempre secondo quanto riferito da Hastings, riguarderà la differenziazione della fruizione. Già oggi Netflix propone le più svariate alternative per un pubblico sempre più settorializzato, tra documentari e show comici, ma la divisione dell’offerta in nicchie sempre più particolareggiate pare sia solo all’inizio. Il futuro di Netflix, infatti, sarà “farmacologico”.
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Fra qualche tempo, dai 20 ai 50 anni, gli utenti potrebbero ricorrere a Netflix per le loro esigenze momentanee d’intrattenimento, utilizzando la piattaforma come una sorta di farmaco ricreativo, una pillola della visione, con contenuti di veloce fruizione e sempre più tematici, la cui visione avrà specifici impatti emozionali. Una sorta di medicina della felicità, un aiuto per l’umore, tuttavia privo di effetti collaterali. Non è però tutto, poiché in questo futuro lontano e immaginario, non si esclude che l’intrattenimento stesso diventi un farmaco nel senso stretto della parola: in modo seppur ironico, si fatto riferimento a una pillola blu che permetterà di vivere un’esperienza d’intrattenimento, accompagnata da una pillola bianca per tornare alla normalità. Una visione, quest’ultima, forse fin troppo futuristica anche per le mire sperimentali del colosso dello streaming.