Le produzioni originali Netflix spingono gli abbonamenti, soprattutto all’estero. È quanto sottolinea Daniel Ives, analista di GBH Insights, nel rimarcare come il colosso dello streaming sia pronto a un aumento del 50% della sua utenza al di fuori dei confini statunitensi, proprio grazie agli show del gruppo. Un’espansione dovuta anche alla crescita degli investimenti in serie nazionali, nei vari Paesi in cui Netflix opera.
Secondo quanto riportato dall’analista, in un’intervento per CNBC, Netflix potrebbe raggiungere tra i 90 e 100 milioni di abbonati a livello internazionale entro il 2020, quasi il doppio degli attuali 60 milioni. Il merito sarebbe delle produzioni originali, molte delle quali già diventate cult e molto presenti sui social network, le quali inviterebbero gli appassionati alla sottoscrizione di un abbonamento nell’impossibilità di fruire di questi contenuti altrove. Per questo motivo, GBH Insights ha deciso di proporre un prezzo target per azione Netflix da 235 dollari sul mercato di Wall Street, più del 20% del prezzo di chiusura attuale.
Il modello di Netflix si snoda attorno alla produzione di contenuti originali, che incentiva il coinvolgimento dei consumatori e la crescita degli abbonati.
Non è però tutto, poiché l’esperto si rivela molto ottimista anche per le release recenti e imminenti della piattaforma. In particolare, vi sarebbe stato un enorme effetto traino dovuto a “Stranger Things 2”, la serie cult del momento, e grande aspettativa vi sarebbe per la seconda stagione di “The Crown”, in arrivo sugli schermi e sui dispositivi di mezzo mondo a partire dal prossimo 8 dicembre.
Nonostante una concorrenza sempre più agguerrita, come quella di Amazon e Hulu ma anche la possibile entrata sul mercato di Apple, Netflix è quindi destinata a rimanere a lungo la piattaforma di punta per le necessità di streaming. L’azienda sta già puntando fortemente in termini di investimenti, con un 2018 che potrebbe vedere un catalogo a oltre il 50% di show prodotti direttamente dal gruppo.