L’obiettivo dichiarato di Netflix è estremamente ambizioso: raggiungere un italiano su tre. Non si sa entro quanto, ma è questo l’obiettivo: entro qualche anno (range temporale indicato nei confronti con gli Stati Uniti e con altri paesi europei) si vuole raggiungere un 30% circa della penetrazione. L’esordio di Netflix in Italia ha pertanto mire estremamente alte, che spiega così il fondatore del gruppo Reed Hasting:
Nel primo anno abbiamo appreso che dobbiamo concentrarci sulla felicità e non sulla dimensione: se vedi le persone contente è più facile crescere dopo. Alla lunga vogliamo avere molto successo, cioè avere un terzo dei nuclei famigliari italiani come associati, un nucleo familiare su 3. Negli Stati Uniti ci abbiamo messo 7 anni dal 2007 al 2014, ci stiamo arrivando anche nelle altre nazioni europee, dove siamo partiti prima dell’Italia.
Netflix, tutti gli ostacoli
Raggiungere un italiano su tre laddove Internet raggiunge soltanto un italiano su due: è questa la sfida più complessa da vincere per un gruppo che basa la propria distribuzione sullo streaming. L’Italia, il paese del digital divide e della rete in rame, si trova da oggi a dover assorbire il traffico che andrà a creare un servizio come Netflix: agli ostacoli di mercato si sommano le difficoltà infrastrutturali, creando così una difficoltà all’ingresso estremamente alta. Per certi versi Netflix potrebbe essere la leva che molti provider attendevano per stimolare una maggior penetrazione del Web tra le esigenze delle famiglie e ciò, da rischio, trasformerebbe il servizio in grande opportunità: più contenuti e più abbonamenti significherebbero più persone disposte a pagare per finanziare la propria rete a banda larga.
Se i problemi legati a concorrenza ed infrastrutture non dovessero bastare, Netflix dovrà scontrarsi anche con una importante barriera culturale fatta di un paese che attorno alla televisione ha creato parte della propria identità. La tv è stata per anni un ombelico di diffusione culturale che, dal maestro Manzi al duopolio Rai/Mediaset, ha raccolto attorno a sé buona parte del dibattito nazionale. Più che in altri paesi, la tv è parte del DNA nazionale e cambiarne linguaggio e attori non è un semplice passaggio di consegne: sarebbe una questione identitaria.
Netflix si presenta
I telespettatori di tutto il mondo amano la Internet TV perché offre un’esperienza di qualità superiore
Hasting, odierno amministratore delegato dell’azienda, ha tagliato così il nastro alla nuova avventura: «Siamo entusiasti di portare Netflix in Italia e di presentare ai telespettatori italiani l’ampio catalogo di titoli originali Netflix in esclusiva e un’esperienza di Internet TV di cui avranno pieno controllo». Le ultime parole sono elementi chiave dell’esperienza Netflix: l’utente è al centro, ha catalogo e interfaccia ritagliati sui suoi gusti e sulle sue preferenze di fruizione, dopodiché non deve far altro che scegliere.
E la scelta non è tanto legata ad un contenuto, quanto più ad uno strumento: Netflix. Si tratta di un ribaltamento di ruolo importante: se prima gli utenti sceglievano il contenuto in base al mezzo utilizzato, ora scelgono il mezzo in base al contenuto. Il catalogo fa la differenza e su questo Netflix sa di dover fare leva: per motivare l’utente alla scelta di abbonarsi, occorrerà avere un’offerta ampia, colpendo piccole nicchie di interesse con una moltitudine di piccole grandi perle della produzione internazionale. Anteprime, esclusive, elementi in grado di sbloccare l’istinto all’acquisto. La partita si gioca non più su grandi masse, ma su piccole fette di mercato che, sommate assieme, possono rappresentare qualcosa di importante. “Un italiano su tre”, secondo Netflix.
Netflix offre un nuovo modo di guardare la TV, permettendo ai suoi abbonati di godersi serie televisive e film dove, quando e come vogliono, con accesso istantaneo e senza interruzioni su TV, tablet, smartphone, console per videogiochi e computer.