Anche Google ha i suoi principi da portare avanti per un impegno tanto sociale quanto politico. Ma soprattutto, anche Google ha i suoi interessi da difendere e l’ambito politico è quello che meglio è in grado di garantire particolari direttive. È su questo principio che nasce NetPAC, la “Political Action Committee” (PAC) ufficiale del motore di ricerca.
L’obiettivo che si prefigge il NetPAC è quello di promuovere una rete «aperta e gratuita» e per far ciò intende mettere pressione nelle sale di Washington per far passare le proprie linee guida circa copyright, Net Neutrality ed altri temi caldi del settore. «Libertà, innovazione e competizione» saranno i punti su cui si concentrerà l’attenzione del PAC, organismo che Google considera come la naturale manifestazione della crescita del gruppo, delle sue responsabilità e delle sue necessità.
Da più parti si è sottolineata la coincidenza della nascita del PAC con le importanti elezioni di medio termine e l’affiancamento del “don’t be evil” con le parallele azioni portate avanti dai grandi gruppi del settore. NetPAC sosterrà (anche economicamente) i candidati che vorranno appoggiare le battaglie invocate da Google, divenendo così portavoce ufficiali del motore di ricerca nelle sale dei bottoni statunitensi. Le speculazioni politiche sull’argomento sono immediate ed ovvie, ma da Google si continua a respingere la parola “lobby” e si invoca piuttosto una ricerca di interesse “bipartizan” che con il “don’t be evil” suona con maggior armonia.