Lo scorso 24 maggio il Gruppo 24 Ore ha lanciato una nuova versione del quotidiano online, dichiarando esplicitamente l’intenzione di trasformare gli articoli in “hub multimediali e partecipativi“. Più in generale, si è voluto inaugurare un “nuovo progetto di informazione multimediale e multipiattaforma”, reso disponibile integralmente “su tutti i device”.
Andando al sito, notiamo anzitutto la grafica d’impatto e la marcata orizzontalità del layout, nel tentativo di valorizzare l’intera schermata del browser, ovviando alla tendenza riscontrata dagli studi di “eye tracking”, secondo i quali l’utente abituale si sofferma per lo più sul lato sinistro.
Il sito promette di dedicare più spazio agli articoli nati dalle indicazioni dei lettori e propone due nuove aree: in alto, gli “argomenti del Sole”, che offrono una visione d’insieme su “persone”, “aziende”, “autori” e “dossier” trattati nel corso del tempo; nel corpo della pagina, la sezione “da non perdere”, che consiste di una striscia navigabile secondo le opzioni “scelti per voi”, “i più visti”, “i più letti”, “il meglio dai blog”.
Da notare, poi, la volontà di dare un impianto più narrativo agli articoli, la scelta di integrare dati quantitativi e commenti nella sezione “Finanza e mercati”, l’arricchimento della sezione “Tecnologia”, con una sottosezione autonoma per i “social network”.
A monte dell’iniziativa c’è una strategia esplicita: trasformare l’offerta multimediale e multipiattaforma del gruppo in uno strumento di lavoro agile e al tempo stesso complesso. In questo quadro d’insieme, si è puntato molto sull’aspetto social del sito. Il che, per un quotidiano online, non è scontato come si potrebbe pensare: quando ad aprile Repubblica.it presentava il suo restyling, non si faceva cenno ad una valorizzazione in chiave “Web 2.0”.
Secondo una ricerca di Innova et Bella, la webpage de Il Sole 24 Ore è già “il miglior sito editoriale in Italia” e “il quinto sito al mondo per qualità della presenza su Facebook“, dopo New York Times, Wall Street Journal, Le Monde e Financial Times. Le nuove scelte confermano l’attenzione per il social networking, in quanto lo trattano come fattore centrale nella ricerca di un modello di business innovativo, centrato sull’offerta di servizi oltre che di informazione: nel frattempo sono stati annunciati studi per introdurre contenuti a pagamento.