News a pagamento: Murdoch batte Google, ma c'è un "trucchetto"

News a pagamento: Murdoch batte Google, ma c'è un

Risale a diversi giorni fa la notizia delle novità che Google, sotto la pressione degli editori per la nota vicenda delle news online “rubate”, ha implementato nel suo servizio Google News per cercare di chiudere, in qualche modo, la questione.

Come molti di voi sapranno, si tratta di una rivisitazione del cosiddetto sistema “first click free” che darà la possibilità all’utente di leggere fino ad un massimo di 5 articoli al giorno da un sito d’informazione online a pagamento, dal sesto articolo in poi l’accesso sarà negato e consentito solo tramite l’immissione delle credenziali date dietro il pagamento di una determinata somma di denaro.

Una novità che, un po’ da tutte le parti in Rete, è stata sottolineata e fatta passare come il trionfo di Rupert Murdoch, principale attore in gioco in questa ardua partita, sul gigante “furbetto” Google, tanto che non era stato difficile trovare in giro titoli come “Google si piega a Murdoch”, “Murdoch ha vinto” e roba simile.

Solo in pochi si erano spinti più in là delle considerazioni generali che a prima vista apparivano anche scontate, lo aveva fatto il nostro amico Giacomo Dotta sul blog di Webnews e pochi altri blogger e autori in giro per il Web.

Sono stati veramente in pochi a cogliere una piccola ma fondamentale sfumatura: se a prima vista Murdoch sembrava aver ottenuto, almeno in parte, ciò che voleva, in realtà Google non era uscita di certo sconfitta, riuscendo a mantenere un ruolo di primo piano nel fare da tramite tra il lettore e il fornitore delle notizie.

E a testimonianza che le novità di Google sembrano quasi essere una beffa per Murdoch e soci lo testimonia quanto provato da Il Sole 24 Ore, la cui redazione, tra le 16.30 e le 18.30 di ieri, è riuscita ad accedere gratis a ben 30 news a pagamento sul sito del Wall Street Journal, la cui versione online è una delle poche attualmente disponibile in pay.

Ma come può essere possibile? Semplice, passando per Google e usando un piccolo ma legale espediente che così il giornale economico italiano descrive:

Basta andare sulla home page e cliccare una qualsiasi notizia “premium”, contraddistinta da una piccola chiave. A questo punto si aprirà una pagina nella quale verrà fornita un’anticipazione di poche righe dell’articolo. I passi successivi saranno copiare l’indirizzo di quella pagina Web, che si trova nella parte superiore del browser, incollarlo nella finestra di ricerca di Google e dare l'”invio”. Compariranno una serie di risultati, sarà sufficiente cliccare su quello che inizia con online.wsj.com e l’articolo completo potrà essere letto.

Pochi semplici passaggi e quanto normalmente risulta essere a pagamento se letto sul sito dell’editore, diventa gratuito passando per BigG. Da qui si evince l’importanza del ruolo che Google, compiendo un apparente passo indietro, sembra essersi invece riservato in via del tutto esclusiva.

Da Murdoch, proprietario proprio del Wall Street Journal, nessuna risposta per il momento. Di certo l’australiano, visto come l’imbattibile personaggio che riesce a mettere in scacco un gigante del Web come Google andando a giocare in un settore a lui quasi sconosciuto, non potrà non rispondere a questa mossa. La partita rimane quindi apertissima e lontana da una soluzione che accontenti tutti, semmai ci sarà una soluzione così.

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