Quando Motorola ha dato dimostrazione di quanto possa risultare utile la funzionalità “Always listening” integrata nello smartphone Moto X, in molti hanno immediatamente pensato che la stessa sarebbe stata offerta anche dal Nexus 5, ma non è così. Il dispositivo nato dalla nuova collaborazione tra Google e LG, presentato a fine ottobre insieme ad Android 4.4 KitKat, non permette infatti di interagire in qualsiasi momento semplicemente pronunciando le parole “Ok Google”. Il perché è spiegato dallo sviluppatore Siggi Simonarson.
Cercando di capire quale sia il segreto della tecnologia, Simonarson ha scoperto che la feature si basa sugli algoritmi di riconoscimento vocale sviluppati dalla software house Nuance, gli stessi impiegati da Apple su iOS per l’assistente Siri. Non è dunque il Nexus 5 a non poter gestire una modalità d’interazione di questo tipo, ma il sistema operativo Android che per sua natura non si appoggia a soluzioni proprietarie. Moto X, pur equipaggiando la versione stock della piattaforma, offre infatti alcune caratteristiche aggiuntive, oltre ad essere basato su un processore realizzato appositamente per lo smartphone e non sul Qualcomm Snapdragon 800 presente in numerosi modelli lanciati nei mesi scorsi.
In altre parole, l’assenza della funzionalità può essere considerata una mancanza da giustificare con la volontà di non snaturare la filosofia di Android. Non è comunque da escludere che in futuro bigG possa ingegnarsi e introdurre qualcosa di simile, senza però affidarsi a tecnologie di terze parti che richiederebbero la sottoscrizione di una licenza. Il gruppo di Mountain View ha già dimostrato di voler puntare con decisione sui comandi vocali, soprattutto per quanto riguarda l’ambito mobile, come dimostra l’abilità di interpretare domande e fornire risposte da parte del sempre più versatile assistente Google Now.