I primi rumor riguardanti Nexus 6 hanno fatto la loro comparsa in Rete nel mese di luglio. Allora si è parlato di un dispositivo con schermo da 5,9 pollici (nome in codice Shamu) realizzato da Motorola e destinato a debuttare sul mercato entro novembre, equipaggiato con la “L release” del sistema operativo Android e dotato di un lettore d’impronte digitali. Tutto corretto e verificato, tranne per quanto riguarda quest’ultimo particolare.
Eppure non si trattava di un errore: l’intenzione iniziale era effettivamente quella di integrare la componente sulla scocca del phablet, ma l’idea è stata abbandonata nel corso dell’estate, più precisamente a fine agosto. Lo dimostra un thread pubblicato sulle pagine di AOSP (Android Open Source Project) e scoperto dalla redazione del sito Ars Technica, in cui si parla proprio della rimozione del supporto al “fingerprint” per Shamu. Dalla documentazione si viene a sapere anche che della fornitura del sensore si sarebbe occupata Validity Sensors, azienda acquisita un anno fa da Synaptics. Stringhe come “FINGERPRINT_ACQUIRED_TOO_FAST” e “FINGERPRINT_ACQUIRED_TOO_SLOW” lasciano intendere che la lettura sarebbe avvenuta muovendo il polpastrello sull’apposita superficie con la giusta velocità e non in modo statico come invece accade con i device della linea iOS di Apple.
L’intenzione iniziale di Google era quasi certamente quella di sfruttare la tecnologia in questione come metodo di autenticazione per diversi servizi e piattaforme, compresi quelli dedicati ai pagamenti online o in mobilità, attraverso un’API ufficiale di cui però la versione Lollipop del sistema operativo risulta attualmente sprovvista. Le ragioni che hanno spinto il gruppo di Mountain View ad accantonare l’idea restano avvolte dal mistero, ma non è da escludere che l’introduzione del lettore di impronte digitali possa avvenire con il lancio del prossimo dispositivo targato bigG, entro la fine del 2015.