Nei mesi scorsi si è parlato del possibile arrivo di una seconda generazione per il tablet Nexus 7, ma come ben noto il dispositivo ha mancato l’appuntamento con il Google I/O 2013 di maggio. Questo non significa però che il gruppo di Mountain View abbia accantonato il progetto, considerata anche la buona accoglienza riservata nell’estate 2012 dal pubblico al prodotto realizzato in collaborazione con ASUS. Si torna a parlarne oggi, con una nuova indiscrezione che vorrebbe l’esordio sul mercato già a luglio.
Se confermato, con tutta probabilità il lancio avverrà in contemporanea con quello del sistema operativo Android 4.3 Jelly Bean, non ancora annunciato in via ufficiale dal motore di ricerca ma avvistato diverse volte in Rete. La redazione del sito DigiTimes riporta di aver ricevuto informazioni attendibili in merito all’arrivo di una nuova versione da 16 GB al prezzo di 229 dollari (pari a circa 170 euro stando al cambio attuale), che andrà così a scontrarsi direttamente con la concorrenza di dispositivi come iPad mini ed evitando il confronto con i tablet low-cost più economici già presenti sul mercato.
Probabile un upgrade delle componenti hardware equipaggiate, con il display da 7 pollici che potrebbe offrire una risoluzione pari a 1920×1200 pixel, mentre per quanto riguarda il processore la scelta potrebbe ricadere su Qualcomm Snapdragon S4 Pro o un chip Snapdragon 600. Più potenza di calcolo, resa necessaria da una definizione maggiore dello schermo e da applicazioni mobile sempre più complesse. Non è da escludere nemmeno un incremento della capacità per la batteria integrata, in favore dell’autonomia.
Tutte ipotesi, come sempre in questi casi da prendere con le pinze. Il gruppo di Mountain View ha scelto di recente di dare il proprio nome a dispositivi non appartenenti alla linea Nexus, come nel caso degli smartphone Samsung Galaxy S4 Google Edition e HTC One Google Edition. Al momento affermare che abbia intenzione di fare lo stesso anche con il segmento tablet è piuttosto azzardato, ma una mossa simile contribuirebbe di certo a ridurre il problema legato all’ancora eccessiva frammentazione del sistema operativo, dunque una possibilità di questo tipo non è da escludere a priori.