Ngi ha condotto uno studio sull’ADSL italiana e in particolare sulla copertura reale della popolazione, secondo NGI è l’11 per cento della popolazione a non essere raggiunto dall’ADSL, secondo Telecom Italia invece questo valore scende al 4,3%.
Un valore sicuramente poco rassicurante, a chi credere non lo sappiamo, certo che secondo NGI, Telecom nel calcolare la percentuale non ha tenuto conto di alcuni utenti, anzi di molti utenti che nonostante siano collegati in una centrale coperta da ADSL non possono invece averla. Come nel caso di utenze considerate coperte, ma che in realtà a causa di un doppino sfortunato o per altri motivi, come ad esempio i tanti odiati MUX, non possono essere raggiunti dal segnale.
Secondo NGI, un ulteriore 3 per cento è coperto da ADSL ma possono raggiungere una velocità massima di 640 Kbps, che sempre secondo NGI non può essere ormai più considerata “banda larga”. In conclusione secondo quanto appena detto le utenze non raggiunte dalla “banda larga” sale al 14 per cento della popolazione, problema più grave nel nord Italia, Emilia esclusa dove a causa dell’orografia ben il 13 per cento non è raggiunto da ADSL.
Dati che evidenziano come la realtà italiana non sia poi così rosea come alcuni vorrebbero far pensare, la rete è ancora sottodimensionata in alcuni punti, anche se c’è da dare atto, in particolare alle amministrazioni pubbliche di dare un forte impulso all’estensione della banda larga, soprattutto con fondi pubblici, che stanno rendendo possibili, investimenti che sicuramente non sarebbero mai stati fatti da operatori privati.
Investimenti sicuramente necessari che però si scontrano con una situazione sicuramente difficile da gestire dal punto di vista strutturale e degli accessi, oltre che ad altre problematiche che non staremo qui a discutere.