Come era stato annunciato Nielsen ha cominciato a tenere traccia dei contenuti online, una rilevazione decisamente più complessa e profonda del semplice “numero di visualizzazioni” basato su quanti utenti cliccano il tasto play. Per il suo Videocensus Nielsen marchia il video con un proprio watermark per poterlo seguire sempre anche se embeddato, scaricato, trasformato, riuploadato e riembeddato. Insomma non lo molla mai perchè il watermark è intriso tra i frame.
Abbiamo così per la prima volta delle statistiche più o meno obiettive (siamo pur sempre agli inizi!) su quanti guardano cosa. Il primo della classe è YouTube e fin qui nessuna sorpresa. Più interessante è il fatto che segue Yahoo e poi Microsoft (tra le net company) e che un gran numero dei visitatori sia raccimolato dai colossi mediatici vecchio stampo che si ripropongono solamente in una versione degradata. Con la notizia che ora Hulu è libero e accessibile da chiunque negli Stati Uniti, sarà interessante vedere dove si posizionerà nel ranking.
Inoltre confrontando il report di dicembre con quello di gennaio si nota una flessione nelle visite di YouTube e di Yahoo e in minor quantità anche di MSN ma non nei siti dei media mainstream. E’ chiaro che avendo solo due mesi a disposizione è impossibile trarre qualsiasi tipo di conclusione (potrebbe trattarsi di un errore di valutazione, di un cambio nei parametri, di una flessione fisiologica eccetera), tuttavia non si può non notare come uno strumento simile possa introdurre una nuova filosofia nel considerare e valutare il video online.