La scorsa settimana Google ha presentato in via ufficiale Android Wear, un sistema operativo derivato da quello impiegato su smartphone e tablet, adattato alle funzionalità e alle modalità d’interazione dei dispositivi indossabili. Sono già diversi i produttori che hanno scelto di farne uso: LG, Samsung e Motorola tra i primi. Non farà invece parte della lista Sony, che per i suoi prossimi smartwatch e smartband continuerà ad utilizzare la propria piattaforma.
Si tratta comunque di una tecnologia basata su Android, ma sviluppata internamente dal gruppo giapponese, con il proprio catalogo di applicazioni messe a disposizione degli utenti, come già visto sul modello Sony SmartWatch 2 lanciato nei mesi scorsi e sul predecessore. La conferma di questa scelta è arrivata nel pomeriggio di oggi per mezzo di una dichiarazione rilasciata da Ravi Nookala, numero uno di Sony Mobile per gli Stati Uniti, sulle pagine del sito CNET.
Abbiamo già investito molto tempo e ingenti risorse sulla nostra piattaforma e per il futuro continueremo in questa direzione.
È dunque quasi certamente da escludere l’integrazione di funzionalità come l’assistente Google Now (che proprio oggi debutta in via ufficiale nella versione desktop del browser Chrome) nei prossimi smartwatch dell’azienda. Sony ha comunque precisato che, nonostante la decisione di non adottare la piattaforma Android Wear, continuerà a collaborare a stretto contatto con il gruppo di Mountain View per la realizzazione dei suoi prossimi prodotti.
Nell’occasione Nookala ha anche parlato del successo ottenuto dallo smartphone Xperia Z1S lanciato nel mese di gennaio, capace di superare le vendite del modello Xperia Z fatte registrare lo scorso anno nello stesso periodo. Tra le caratteristiche più interessanti la scocca waterproof, ovvero resistente all’acqua, vista anche sul Samsung Galaxy S5 presentato a fine febbraio.