Niente porno per il Nasdaq. Quella che sembrava poter essere una quotazione clamorosa, poiché per la prima volta sarebbero arrivate in borsa le azioni di un gruppo attivo nel porno online, è stata improvvisamente sospesa senza che maggiori dettagli permettano di gettar luce sui motivi. Le responsabilità sono al momento attribuite alle condizioni del mercato, ma non è chiaro quali siano tali supposte condizioni ad aver frenato il treno all’ultima stazione.
Tutto gira attorno alla FriendFinder Networks, gruppo che raccoglie tutta una serie di siti web e social network legate a pornografia ed incontri personali. Il gruppo sbandiera 365 milioni di utenti registrati (qualcosa di molto simile all’impero Facebook, quindi), 140 mila nuove iscrizioni ogni singolo giorno ed oltre 30 mila siti in tutto il mondo. “Networking” e “Multimedia entertainment” sono al centro delle attività del gruppo, i cui numeri in rosso hanno però costretto la proprietà ad una mossa coraggiosa: presentare la quotazione in borsa e spalmare così il debito sugli investitori interessati a depositare il proprio portafoglio sugli asset aziendali. L’ultima comunicazione ufficiale in merito è datata 12 Gennaio, quando il FFN preannunciava l’inizio delle quotazioni con 20 milioni di azioni pronte ad arrivare sul mercato.
A distanza di un mese appena le operazioni sono state bruscamente interrotte. Il tutto avviene in un momento estremamente difficile per le borse di tutto il mondo, ma è difficile credere che sia stato sufficiente il tonfo spagnolo per motivare la ritirata (la decisione del FFN non è comunque isolata). Un anno fa il gruppo sperava di raccogliere 460 milioni dallo sbarco in borsa. A Gennaio le speranze si erano già più che dimezzate, con un target price fissato tra 10 e 12 dollari (per una quotazione da 200-240 milioni). Ora il gruppo dovrà invece rinunciare del tutto al denaro e cercare nuove vie di fuga per mettere in salvo il bilancio.
Secondo una proiezione All Things Digital, il FriendFinder Networks ha raccolto nei primi 9 mesi del 2009 qualcosa come 45 milioni di dollari, spendendone però 75.3 in interessi maturati sul debito. L’azienda non appare pertanto sana né l’attività sostenibile e, sebbene sia forse venuto il momento migliore per un eventuale acquirente deciso a far propria la totalità del gruppo, il mercato sembra ignorare gli SOS urlati fino al Dow Jones.
Curioso è notare come questa notizia, se fosse stata comunicata qualche ora prima, avrebbe potuto eventualmente salvare la carriera ad uno sprovveduto dipendente della Macquarie Private Wealth, il quale è stato notato visitare siti poco “professionali” durante le ore di lavoro ed in diretta tv nazionale durante un tg finanziario. La mancata quotazione di FriendFinder avrebbe potuto essere una buona scusa, ma è arrivata troppo tardi per salvare il malcapitato (min 1.06):