“Non appare possibile dare rilevanza ad un fenomeno assai diffuso, di difficile criminalizzazione ed avente accertamenti quasi impossibili in termini di raccolta della prova”.
Codeste parole sono del pubblico ministero Paolo Giorgio Ferri, e nascono dopo l’archiviazione di una indagine contro ignoti, accusati di aver trasgredito il copyright di alcuni file.
Il P2P non equivale a reato, ma i diritti d’autore trasgrediti rientrano, invece, nella procedura civile, questo quanto emerge dal fatto, che non sarà esente dal suscitare scalpore, infatti, il giudice ha accolto le affermazioni del PM, ritenendole pienamente condivisibili.
L’accusa, come dicevo in precedenza, era rivolta ad ignoti coinvolti nell’attività di tre siti:
emuleitalia.net, bittorrent.com, bearshare.com.
Carla Santese, gip del tribunale di Roma, ha accolto la richiesta del PM e chiuso il caso perché mancherebbe un sistema normativo specifico contro il P2P. Lo scambio avviene tra utenti finali, senza una vera intermediazione, quindi i siti non sono punibili…
Lasciamo ampio spazio di replica a chi di dovere, repliche che di sicuro non mancheranno…