Il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati ha voluto porre un freno immediato al pericolo Groupon. Seguendo il percorso già avviato da medici e dentisti, l’Ordine ha infatti voluto fare in modo che annunci di questo tipo non possano più far comparsa online, trasmettendo all’utenza il messaggio sbagliato ed incrinando pericolosamente il rapporto di fiducia tra utenza e professionista:
Una trattazione di un procedimento stragiudiziale senza ricorrere alle vie legali a 39 € invece di 500 oppure 2 procedimenti a 69 € invece di 1000
Silvia Surano, avvocato e blogger, ha raccontato la vicenda dello studio di infortunistica “Giusto Risarcimento” di Pistoia, delle indagini dell’Ordine degli Avvocati di Firenze e delle conclusioni a cui si è giunti. Con un punto fermo su tutti: i servizi degli avvocati non possono essere soggetti ad offerte tramite coupon, aprendo così un possibile nuovo fronte di battaglia che Groupon dovrà analizzare con dovizia poiché simbolico e particolarmente significativo.
«Problemi sul lavoro con il tuo capo, una caduta accidentale su un sapietrino messo male, cure sbagliate in ospedale, il condomino vicino che non ti lascia vivere tranquillamente in casa tua»: l’offerta intendeva portare all’ufficio proponente nuovi committenti, così da far conoscere il proprio nome puntando sul low cost per farsi largo sul mercato. Tuttavia l’Ordine ha imposto il diktat e, nonostante i coupon acquistati siano stati in realtà soltanto due, l’offerta rimarrà probabilmente unica nel suo genere. La decisione è infatti perentoria ed anticipa un’istruttoria per la verifica dell’eventuale coinvolgimento di professionisti all’offerta in esame:
la partecipazione da parte dell’avvocato a siti internet e comunque ad organizzazioni
che offrono di procurare rapporti professionali per la fornitura di servizi legali mediante vendita al pubblico di coupon o voucher, e comunque praticando prezzi inferiori a quelli risultanti
dall’applicazione della vigente tariffa professionale e comunque inferiori a quelli correnti, contrasta con le norme deontologiche.
Le norme deontologiche richiamate sono nella fattispecie le seguenti:
- Art. 17bis: «[…] l’avvocato può utilizzare per la comunicazione della
sua attività, anche siti web, ma alla condizione che siano a lui appartenenti o a lui riconducibil». Nel caso specifico, Groupon è invece un sito terzo a cui il professionista non può in alcun modo essere richiamato. - Art. 19 canone I: «[…] è vietato l’accaparramento di clientela inteso come pratica di acquisizione di rapporti professionali mediante offerte da parte dell’avvocato o di altri per suo conto». Le finalità esplicite di Groupon sono pertanto vietate esplicitamente.
- Art. 19 canone II: «[…] vieta la corresponsione a terzi di provvigioni o compens». Il coupon può essere interpretato anche come una corresponsione di una provvigione poiché strettamente legato alla corresponsione del servizio al cliente.
- Art. 22: «[…] mantenere nei confronti dei colleghi un comportamento
ispirato a correttezza e lealtà». L’abbassamento del prezzo del 92% viene in tal senso interpretato come una pratica contraria alle regole sulla concorrenza all’interno dell’Ordine. - Art. 35: «[…] la base del rapporto d’opera professionale è rappresentata dalla fiducia reciproca tra professionista e cliente»: su Groupon non v’è fiducia, ma soltanto appello al basso costo.
- Art. 36 canone II: «[…] l’avvocato, prima di accettare l’incarico, deve accertare l’identità del cliente e dell’eventuale suo rappresentante». Cosa che su Groupon non è ovviamente praticabile poiché l’intermediario antepone la vendita alla conoscenza tra le parti.
L’Ordine ha così preso posizione con forza e con fare preventivo, mettendosi di traverso sulla strada di Groupon e chiarendo la situazione una volta per tutte: eventuali professionisti che non intendessero adeguarsi si troverebbero di fronte alla possibilità di provvedimenti disciplinari.
Chi difenderà Groupon a questo punto? Il sito non ha al momento espresso una posizione in merito e probabilmente attenderà il pronunciamento dell’antitrust nei confronti dell’Ordine dei Medici, contro cui è stata scatenata similare battaglia. Le parole espresse a suo tempo da Boris Hageney, responsabile di Groupon Italia, vanno dunque al momento semplicemente traslate da una situazione all’altra, con tutte le cautele del caso, per intuire quale potrebbe essere la difesa di Groupon se il fronte con gli Avvocati dovesse continuare a rimanere caldo:
Con queste azioni l’ordine […] tende a restringere il mercato, che invece deve essere libero. […] Per noi […] è una categoria importante su cui facciamo controlli aggiuntivi rispetto a quelli degli altri partner. Abbiamo cominciato l’anno scorso coi dentisti e abbiamo visto che la richiesta era forte. Eseguiamo controlli sulla qualità, abbiamo tutto l’interesse a trattare bene il cliente.
Per contro la posizione dell’Ordine è chiarita dal Presidente Avv. Sergio Paparo:
Il Presidente dell’Ordine, intervistato sul punto, si è detto preoccupato soprattutto per i giovani i quali, alla ricerca dei primi clienti, potrebbero offrire prestazioni professionali a prezzi bassissimi senza avere una struttura solida alle spalle per sostenerne i costi e togliendo valore alla propria preparazione.
Da una parte v’è un sito che sui coupon costruisce il proprio mercato e la propria mission, intendendo il low cost come una opportunità di marketing da abbracciare e da sfruttare per soverchiare logiche di mercato altrimenti inerti; dall’altra vi sono gli ordini professionali che difendono la categoria dalla sfida dei prezzi per garantire qualità ed unità alla corporazione dei professionisti. Gli interessi dell’una e dell’altra parte non hanno ad oggi punti in comune su cui cercare un accordo, dunque la sfida legale sembra essere l’unico campo su cui incrociare le armi delle rispettive argomentazioni.