I giornalisti l’hanno notato qualche giorno fa, in una riunione del gabinetto dei ministri a Mosca: nessuno di loro aveva il solito tablet con la mela morsicata. Al loro posto, dispositivi Samsung. Motivazione ufficiale: i device coreani rispondono ai criteri di sicurezza imposti a chi lavora con informazioni confidenziali. Difficile però non pensare a quanto sta accadendo in Crimea e ai pessimi rapporti della Russia con gli Stati Uniti.
Non è certo la prima volta che la geopolitica influenza l’uso della tecnologia da parte dei potenti della Terra. A proposito del passaggio di Nokia alla Microsoft, per esempio, si era ricordato quando il primo cellulare fu immortalato tra le mani di Michail Gorbaciov, intento a rafforzare l’amicizia con la Finlandia. In una paradossale recrudescenza del clima da guerra fredda oggi i ministri di Putin non usano più il tablet del nemico americano e preferiscono quello coreano, che sarebbe più sicuro stando a sentire il ministro per le comunicazioni Nikolai Nikiforov:
Alcune delle informazioni che ci scambiamo durante le riunioni di governo sono riservate e questi dispositivi soddisfano completamente queste richieste e sono passati attraverso una rigorosa certificazione.
Crisi diplomatica e Datagate
Ovviamente questo sgarbo tecnologico ha a che vedere, nonostante le smentite, con la crisi diplomatica causata dal referendum di annessione della Crimea, che gli Usa non riconoscono. Anche oggi, nella sua visita in Italia, Barack Obama pare abbia portato dei dossier nei quali avverte che ci sarà un lungo braccio di ferro con la Russia: la Casa Bianca si aspetta appoggio da parte dell’Europa, magari in cambio di un po’ di gas metano. Da par suo, la Russia va avanti per la sua strada e lo scandalo delle intercettazioni della NSA, noto come Datagate, presta il fianco per inscenare la preoccupazione di essere intercettati. Questo nonostante tutti sappiano che in occasione dell’ultimo G8 proprio la Russia aveva distribuito alle delegazioni delle speciali pen drive sui giochi olimpici di Sochi che si sono rivelate delle vere e proprie cimici.
La guerra tecnologica
Optando per i device coreani e cinesi, la Russia vuole mettere pressione sui mercati mettendo sul piatto i milioni di dipendenti statali che dovranno cambiare i loro dispositivi con quelli apprezzati dal governo, orientando anche una parte dei clienti privati. Sembra incredibile, ma sono passati soltanto tre anni e mezzo da quando l’allora presidente Dmitry Medvedev visitò Silicon Valley e ricevette in dono dal compiato Steve Jobs un iPhone tutto nuovo, che usò per inviare il suo primo tweet.
Hello everyone! I'm on Twitter, and this is my first tweet.
— Dmitry Medvedev (@MedvedevRussiaE) June 23, 2010