All’ennesimo tentativo il Congresso è riuscito a far passare presso la Corte Suprema una norma che regola e limita la navigazione su Internet. Nella fattispecie la limitazione riguarda le postazioni nelle biblioteche, ed il filtro sarà applicato per limitare la navigazione su siti pornografici.
Le biblioteche avevano protestato contro tale provvedimento puntando sul principio della libertà di espressione e di navigazione, ma evidentemente il richiamo alla protezione dei minori è stato più forte e la legge è passata con un 6-3 in sede di votazione che risalta tutti i dubbi sollevati dal caso.
Proprio in conseguenza di tale argine di dubbio è stato fissato un alone di elasticità entro il quale i responsabili delle biblioteche potranno agire: su esplicita richiesta di singoli utenti i filtri potranno essere rimossi e la navigazione risulterà completamente libera.
La legge è stata varata dal Congresso nel 2000, ma più volte è stata dichiarata come incostituzionale. Ora la Corte Suprema ha detto la parola finale su una vicenda che, proprio in conseguenza della discrezionalità lasciata ai bibliotecari, potrebbe rilevarsi una bolla di sapone.