Sarebbero 111 le persone fermate in Olanda in una larga operazione contro le truffe in rete. Otto di esse sarebbero state già denunciate per aver fornito documenti di identità fasulli, mentre le altre sarebbero in attesa di accertamenti relativamente alle singole responsabilità. Tutto ruota attorno allo spam e ad una difficilmente quantificabile mole di email inviate per truffare utenti poco informati sui pericoli della rete.
Soldi: è questo l’amo a cui hanno abboccato gli utenti truffati. Le promesse erano di vario tipo (eredità, lotterie) ed in tutti i casi gli utenti che hanno ricevuto la mail avrebbero potuto, secondo le promesse, accedere ad importanti gruzzoletti. In verità il corrispettivo pagato non avrebbe mai fruttato alcunchè e migliaia di persone potevano così (e in larga parte possono tuttora) vivere sul ricavato delle molte truffe andate a buon fine.
Le persone fermate a seguito dell’Operazione Apollo sarebbero perlopiù di origine africana, per la maggior parte nigeriani. Se un centinaio di essi sono ormai con le mani legate, almeno altri 2000 sarebbero invece ancora attivi sul territorio. Da tempo il problema delle truffe online è combattuto a livello internazionale, ma è soprattutto l’Inghilterra il paese che più pesantemente paga dazio per il “Nigerian scam” e per le scarse precauzioni che i propri cittadini adottano nell’apertura e nella lettura delle email ricevute in massa nelle caselle di posta elettronica (un report della BBC di pochi mesi fa quantificava in 31.000 sterline il danno procurato ai singoli truffati).