Nikon D800 e Nikon D800E sono al centro dell’attenzione di tutti gli appassionati di fotografia. Per questo Nikon ha pensato bene di pubblicare un nuovo post con le dichiarazioni ufficiali dei tecnici e progettisti che hanno lavorato su questi due gioiellini.
Addirittura viene descritta come una fotocamera non catalogabile: la Nikon D800 non è una reflex, non è una macchina per professionisti come le altre, ma fa parte di una categoria nuova, che Nikon ha studiato in ogni dettaglio per soddisfare al massimo le aspettative dell’utenza. Ma ecco le parole degli esperti: Shinya Hara, Hiroshi Murakami ed Eiji Yoshimatsu parlano della fotocamera e del modello sprovvisto di filtro antialiasing, anche se le specifiche tecniche hanno già detto tutto.
«Il nostro fondamento concettuale era quello di fornire immagini di alta qualità in un corpo compatto, simile a quello di Nikon D700 e ben gestibile, dato che potrebbe essere utilizzato da professionisti e fotoamatori evoluti: non quindi un corpo grande, ma uno in grado di mobilità, tipica delle DSLR. Qualcuno potrebbe pensare che Nikon D800 è il successore del D700, ma stavamo cercando di portare al mondo una nuova categoria di macchina fotografica».
Sembra che ci siano riusciti, mettendo insieme un sensore Nikon CMOS formato FX da 36.3 megapixel effettivi e un motore di elaborazione delle immagini EXPEED 3 che permette anche la registrazione video in Full HD a 30, 24 e 24 fps. E la sensibilità ISO, sorprendente, è compresa nell’intervallo 100-6.400 con espandibilità fino agli equivalenti ISO 50-25.600. Un’ottima macchina fotografica, senza ombra di dubbio.
«Eravamo molto motivati, ma non volevamo solo una fotocamera con un numero elevato di pixel. Abbiamo combinato le specifiche con la facilità d’uso, ottenendo una macchina adatta a tutti gli amanti della fotografia, anche in età avanzata. Abbiamo infatti anche ridotto il peso di circa il 10 per cento rispetto alla Nikon D700.
Abbiamo passato molto più tempo allo sviluppo di quanto abbiamo fatto per altri modelli, quindi ci sono stati un sacco di miglioramenti. La Nikon D800 può anche avere un sacco di pixel, ma non è molto utile se il buffer si riempie dopo alcuni scatti in formato RAW. Stessa cosa con autofocus: un alto numero di pixel non ha senso se manca la precisione dell’autofocus. Con la resistenza della batteria abbiamo ragionato alla stessa maniera: un alto numero di pixel serve a niente se consuma la metà della carica della batteria».
Non solo pixel, quindi. Ma, nonostante le aspettative riguardo la qualità dello scatto ottenuta con questa macchina, in molti temono lo stesso che con 36,3 megapixel sarà difficile sfruttare pienamente questo potenziale, a causa della grandezza dell’immagine. A riguardo, i tecnici rassicurano:
«La Nikon D800 ha un numero di pixel effettivi di 36,3 megapixel, ma questo non significa che può scattare foto solo in questo formato. Ci sono tre dimensioni d’immagine disponibili – grande, media e piccola – e si può scegliere in base alle proprie esigenze. Entrambe le impostazioni medie e piccole utilizzano completamente i 36,3 megapixel, trattando le immagini in modo ottimale a una dimensione inferiore con EXPEED 3. Pertanto, si consiglia di selezionare medie o piccole dimensioni per l’utilizzo normale e la scelta di grandi dimensioni solo per ritratti di gruppo o per foto di paesaggi».
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E riguardo l’alta risoluzione della registrazione video?
«Oggi i filmati registrati con fotocamere reflex digitali hanno un peso considerevole nel mondo dell’espressione cinematografica, così abbiamo preso in considerazione il nostro progetto anche dal punto di vista della facilità con cui la macchina potrebbe essere usata per i film da cinema e per il tipo di controlli e operazioni che possono essere impiegati. La risposta è stata il LiveView, in cui abbiamo incluso funzioni distinte per ciascun tipo di visione video live».
Le conclusioni? Godersi la fotografia e lasciare le specifiche e la teoria già nota da parte, perché la Nikon D800 e la D800E sono delle macchine in grado di stupire, soprattutto se si riesce a lasciarsi andare al piacere di scattare. Ma non solo.