Nintendo Switch compie oggi un anno e ha di che festeggiare. In seguito all’enorme riscontro ottenuto nel decennio scorso da Wii e al mezzo flop del progetto Wii U incapace di replicarne il successo, il lancio di una console tanto diversa nel concept e nelle funzionalità ha rappresentato una vera sfida, quasi un azzardo. La grande N ha deciso di gettare il cuore oltre l’ostacolo e la scelta si è rivelata essere la migliore possibile.
In un’epoca in cui la console war non c’è più (almeno non come eravamo abituati a conoscerla) e con le piattaforme concorrenti che si contendono fette di market share a colpi di specifiche hardware esasperate, Nintendo ha optato per un design ibrido capace di soddisfare le esigenze di gaming in salotto e in movimento. Non solo: ha scelto di strutturare il sistema di controllo così da renderlo modulare, componibile e alterabile al bisogno. Non più un semplice joypad statico e granitico, ma un’unità da assemblare e disassemblare a seconda del titolo o del numero di giocatori.
La console che serviva
Switch è una ventata di aria fresca, la console che serviva in un territorio che rischiava altrimenti di richiudersi su se stesso, mosso da una spinta protezionista atta a tenere lontane dal proprio market share le alternative legate all’universo mobile. Non è necessariamente la migliore delle piattaforme attuali (dopotutto, i gusti e le preferenze sono per definizione personali), ma di certo la più originale e per certi versi innovativa. I dati di vendita premiano al momento la scelta di Nintendo, che per continuare a macinare gli stessi numeri dovrà garantirsi per il futuro il supporto delle software house di terze parti, obiettivo non centrato nella scorsa generazione con Wii U. Dopotutto, anche la console perfetta senza un adeguato catalogo di giochi rischia di diventare ben presto una bellissima scatola vuota.
Un futuro di cartone
Per capire cosa differenzi Switch [amazon asin=B01M6ZGICT] dai suoi concorrenti è sufficiente dare un’occhiata a Nintendo Labo. L’idea è semplice e al tempo stesso geniale: mentre tutti cercano di portare la realtà nel virtuale con le tecnologie VR, AR e MR, Nintendo sta facendo il contrario, mettendo nelle mani dei player oggetti e accessori tangibili, da toccare, rendendo il virtuale qualcosa di concreto ed estremamente reale. Mai si è stati così vicini dall’abbattere il confine che separa il gaming dai giochi tradizionali. Non vi sono dubbi sulla validità del concept e sul suo potenziale successo a livello commerciale.
Oggi, 3 marzo 2018, la console compie un anno e lo fa con la consapevolezza di aver tracciato un solco, di aver posato la prima pietra per erigere il nuovo futuro della grande N, che passa anche dall’abbracciare l’universo mobile come ha dimostrato il lancio dei primi titoli per Android e iOS. Ciò che accadrà non è dato a sapersi, le previsioni sono materia di analisti e ricercatori. L’augurio è che il mercato e i giocatori possano continuare a premiare (anche) l’originalità, scongiurando così il rischio di assistere a un appiattimento dell’offerta e a una sostanziale omogeneizzazione dell’esperienza videoludica. Buon compleanno, Switch!