Tutto ebbe inizio con la Nissan Leaf. Ed è stato un immediato successo. Nel momento in cui il gruppo ha messo piede nel mondo della mobilità elettrica, ha subito dimostrato una marcia in più: 200 mila veicoli venduti hanno reso la Leaf l’auto elettrica più venduta in assoluto con ben 40 mila veicoli distribuiti sul solo continente europeo. Un progetto, ricorda Nissan, che viene da lontano (la prima vettura elettrica del gruppo risale a ben 68 anni prima e prendeva il nome di “Tama”), ma che allo stesso tempo guarda ad orizzonti altrettanto remoti: la proiezione al futuro vive un nuovo slancio proprio nei giorni della convention di Parigi sul futuro del pianeta e la firma tra Nissan ed Enel rappresenta forse uno dei tasselli più interessanti della cronaca che circonda l’evento.
Nissan + Enel = Futuro
L’accordo firmato tra Nissan ed Enel è qualcosa di profondamente innovativo tanto per il mondo della distribuzione energetica, quanto per il mondo della mobilità. Nei fatti, due mondi finora lontani improvvisamente si guardano, si piacciono, si sfiorano e trovano incredibili sinergie da poter sviluppare. E la dichiarazione di intenti ha il sapore di una rivoluzione: Nissan ed Enel danno il via ad una collaborazione che potrebbe creare una nuova dimensione della distribuzione energetica, consentendo a Nissan di sfruttare la propria leadership nella mobilità elettrica ed all’Enel di portare avanti i propri progetti in salsa power grid.
Le due aziende hanno unito le forze per sviluppare l’innovativo sistema Vehicle-toGrid che consente ai proprietari di veicoli e consumatori di energia di utilizzare le auto come vere e proprie “centrali mobili” con cui accumulare e rimettere in rete l’energia non utilizzata.
In questo prospetto di futuro, le auto diventano un magazzino mobile di elettricità, veri e propri accumulatori nei quali l’energia viene stoccata e distribuita in base alle necessità. Ciò sposa infatti i due problemi principali di cui soffrono entrambe le parti: chi distribuisce energia necessita di bacini nei quali immagazzinarla nei momenti di bassa domanda per poterla restituire alla rete nei momenti di massima necessità; per contro le auto hanno la necessità di immagazzinare energia a basso costo per poterla sfruttare in seguito nelle ore di massima necessità.
Quello che Nissan ed Enel vanno a costruire, dunque, non è soltanto un’alleanza commerciale: è il baccello di un nuovo modello di mobilità e di distribuzione elettrica integrate, nel quale le parti vanno ad integrare i propri processi sposando le comuni necessità. Nissan sperimenta da tempo la possibilità di utilizzare l’automobile come accumulatore per la casa (alimentando ad esempio una abitazione in orario notturno, abbattendone pertanto i consumi) e tale laboratorio diventa ora la base per un’alleanza che delinea qualcosa di estremamente nuovo, da leggere nell’ottica di una rivoluzione che sta per iniziare.
Il futuro è Vehicle-to-grid
Nissan è leader mondiale nel mercato dei veicoli elettrici. Lo siamo più di chiunque altro, vendiamo più di chiunque altro e abbiamo piani per il futuro più credibili di chiunque altro. La nostra partnership pioneristica con ENEL è l’incarnazione perfetta di questi piani, che vogliono rendere l’auto non solo un mezzo di trasporto, ma anche un vettore energetico per alimentare la casa o l’ufficio. Questo significa che i veicoli elettrici possono ora diventare una parte perfettamente integrata dei sistemi elettrici nazionali di tutta Europa.
Le parole di Paul Willcox, Presidente di Nissan Europe, sono la spiegazione chiara del progetto Vehicle-to-Grid partito in queste ore e presentato non a caso in occasione della XXI Conferenza delle Nazioni Unite sul Cambiamento Climatico. Willcox non soltanto parla della sostenibilità come di un paradigma ormai ineludibile, ma candida Nissan a capofila di una rivoluzione: «il trasporto sostenibile del futuro esige migliori connessioni tra veicoli, utenze, fonti di energia rinnovabili ed edifici. Ecco perché l’annuncio di oggi è così importante: è il primo passo verso un ecosistema di energia automotive realmente integrato. La convergenza fra questi settori, e il progresso verso un futuro sempre più dominato dall’elettricità, rafforza le opportunità di gestione avanzata dell’energia. La tecnologia V2G ci fa progredire verso questa visione e sottolinea come l’impegno di Nissan verso l’intero ecosistema EV vada ben oltre l’esperienza di guida».
Enel rispecchia il medesimo obiettivo dal punto di vista opposto e complementare tramite le parole del Direttore Funzione Innovazione e Sostenibilità, Ernesto Ciorra:
Enel guida il settore energetico nello sviluppo e lancio dell’infrastruttura di ricarica V2G sul mercato globale. Riteniamo che il futuro del sistema elettrico non possa prescindere dall’integrazione con i veicoli elettrici, che sono ora molto più che semplici fornitori di mobilità. Tecnologie come la Vehicle-to-Grid hanno il potenziale per trasformare i sistemi energetici e siamo lieti di collaborare con Nissan per promuovere tale trasformazione.
La seconda vita delle batterie
Il primo problema che Nissan ha affrontato nella propria avventura nell’elettrico è quello delle batterie: nuove tecnologie di sviluppo e nuovi modelli di business che trasformano la proprietà in fornitura di servizio, hanno immediatamente dimostrato come il gruppo volesse seriamente trovare il giusto equilibrio per arrivare ad un nuovo modello, economicamente sostenibile, di mobilità elettrica. La nuova idea è quella di offrire una seconda vita alle batterie facendole scendere dall’auto per fruirne in allocazioni stabili. Di qui il primo protocollo d’intesa con il gruppo Eaton, così spiegato da Robert Lujan Electric Vehicle Director Nissan Global:
Le batterie come unità di potenza hanno una vita molto più lunga rispetto alle automobili. Dopo aver prodotto per molti anni batterie per i nostri veicoli elettrici, siamo certi che questo schema ci permetterà di ampliare la durata del nostro prodotto, attualmente da 24KWh, riducendo quindi la necessità di utilizzare ulteriori risorse naturali per la produzione di nuove batterie.
Il primo problema è dunque aggirato e il Vice Presidente Marketing Eaton Electrical EMEA Cyrille Brisson, ne esalta così le potenzialità: «Se saremo in grado di diminuire la dipendenza che oltre tre miliardi di persone hanno su metodi di cottura, illuminazione e riscaldamento inquinanti, inefficienti, costosi e nocivi per la salute e se, nel frattempo, sapremo consentire l’erogazione di energia più pulita e conveniente per 1,2 miliardi di persone che ancora non hanno accesso all’elettricità, allora potremo dire di aver fatto davvero la differenza». Ma per fare la differenza serviva un accordo con Enel, per fare in modo che l’energia stoccata non sia soltanto una scorta di magazzino, ma una sorta di token sempre disponibile e per molti versi commercializzabile: così come le rinnovabili possono diventare una risorsa per chi ne fa uso moderato e contribuisce all’immissione di energia pulita in rete, allo stesso modo chi stocca energia per offrirla agli offerenti dell’ora di punta potrebbe compartecipare agli utili abbattendo ulteriormente i propri costi di approvvigionamento. Logiche di mercato e di sostenibilità si intrecciano, quindi, generando un ciclo virtuoso che porta benefici a tutte le parti coinvolte.
La seconda vita delle batterie è in casa, o in ufficio, in sinergia con sistemi di produzione quali un impianto fotovoltaico: l’accumulo di energia in orario diurno consente la redistribuzione di parti utili e l’accumulo di parti di futuro utilizzo, il tutto senza dover produrre ulteriori batterie. Lo smaltimento delle stesse è infatti spesso problematico, ma mentre si studiano nuovi sistemi di produzione e smaltimento, l’efficientamento è quanto di meglio si possa fare per proseguire sulla strada dello sviluppo di una strada più “green” degli attuali meccanismi basati sul carbone.