Il display numerico Nixie, introdotto sul mercato nel 1954 dalla Burroughs Corporation, ha trovato fin dal principio diversi campi di applicazione.
Utilizzato anche per la prima calcolatrice elettronica da ufficio, il Bell Punch/Sumlock ANITA Mk.VII del ’61, venne altresì adottato dalla maggior parte degli accessori elettronici, come radiosveglie o orologi e trovò largo impiego anche in diversi tipi di attrezzature tecniche, quali voltmetri, multimetri, calcolatori di frequenza.
Considerati i precursori dei moderni display LED e LCD, i tubi Nixie erano dispositivi simili alle valvole termoioniche, contenenti una miscela di gas e 10 elettrodi sagomati a raffigurare i numeri da 0 a 9.
Seguendo un principio simile a quello dei tubi al neon, la visualizzazione delle informazioni numeriche avveniva attraverso scariche elettriche, in grado di formare un alone di gas ionizzato intorno all’elettrodo, e permettendone la conseguente illuminazione.
La longevità dei tubi Nixie, inizialmente limitata a 5.000 ore, raggiunse oltre 200.000 ore con le tipologie di ultima generazione.
Tuttavia, già a partire dagli anni ’80, il tubo Nixie iniziò il suo declino, segnato, in particolar modo, dalla comparsa dei display allo stato solido come i Flip-over o quelli a 7 segmenti, decisamente più economici e resistenti.
Nonostante ciò, negli ultimi anni, si è verificato un parziale recupero della tecnologia Nixie, specialmente per la suggestiva modalità di visualizzazione, che ha portato alla diffusione di moderni (e costosissimi) gadget a tubi catodici.