Il caso Noemi Letizia, se ancora non fosse sufficientemente ampio, sta vivendo una propria appendice anche in Rete. La ragazza, infatti, sarebbe pronta a denunciare nelle prossime ore la sottrazione delle password abitualmente usate per collegarsi a due servizi quali Facebook e Windows Live Messenger: alla luce della forte esposizione mediatica degli ultimi tempi trattasi dunque di due cloni di una certa pericolosità che i rispettivi servizi avranno buon gioco a fermare, ma che la ragazza non potrà più utilizzare fino al recupero dei profili.
«Le password personali di Noemi, con le quali fino a ieri mattina aveva navigato su internet, sono state intercettate e sul web c’è chi le sta usando»: così Giulio Costanzo, l’avvocato della famiglia Letizia, ha spiegato a Il Mattino la situazione. E l’articolo aggiunge: «Qualcuno si sarebbe impossessato e avrebbe clonato le password della pagina di Noemi del social network “Facebook” e di quella di Messenger, impedendo di fatto alla ragazza di utilizzare le sue pagine, dalle quali però continuano a partire per tutta la community messaggi apocrifi, come se fossero scritti dalla stessa Noemi e che hanno per argomento i suoi rapporti con il presidente Silvio Berlusconi».
Il Mattino, che da tempo ha intessuto un rapporto privilegiato con la famiglia Letizia, riporta altresì le parole della ragazza: «Non posso uscire e ora non posso nemmeno dialogare in rete con i miei amici. Anzi mi trovo a firmare messaggi che non sono miei. Ora ho paura». Non è difficile ipotizzare il modo in cui le password possono essere state sottratte: riferimenti troppo semplici per un personaggio pubblico, domande di sicurezza troppo elementari per una vita sulla pubblica piazza, ed ogni protezione crolla. Il problema si fa importante però nel momento in cui da privato cittadino si diventa pubblico personaggio, tanto da portare i propri segreti su tutti i media incoraggiando altresì qualche malintenzionato a far proprio il profilo online dell’interessato per farne usi deviati.
Il dominio .it di Noemi Letizia è oggi occupato da un Fans Club con tanto di AdSense. Invertendo nome e cognome si raggiunge un blog. Facebook è pregno di pagine dedicate alla ragazza, compreso il suo profilo personale oggi disattivato. Nessun AdWords sulla specifica query su Google, ma in compenso si registra una lotta serrata per accaparrarsi le prime posizioni sulla query stessa. La Rete era coinvolta da tempo nel caso, ma con la sottrazione delle password della ragazza il Web è entrato direttamente nella sua vita privata oltre che in quella pubblica. E non si tratta di hacker: quando una password non è generata in modo casuale, è sufficiente un certo grado di fantasia e curiosità per rendere trasparenti i propri dettagli di login.