Nei giorni in cui Nokia si trova ad affrontare la peggior crisi dell’ultimo decennio, le prime responsabilità sembrano venire a galla e chi non rema nel verso del CEO si trova costretto ad abbandonare. Il primo nome a cadere è Richard Green, Chief Technology Officer da breve assoldato dal gruppo ed ora tagliato fuori dal top management senza motivazioni pubbliche chiare.
La versione ufficiale è quella per cui, per motivi personali non meglio dichiarati, Green ha temporaneamente lasciato il gruppo. La soluzione non sarebbe definitiva, ma l’allontanamento fa discutere poiché proprio Green era stato indicato in precedenza a capo del partito degli scontenti di fronte alle decisioni di Stephen Elop di abbandonare lo sviluppo di Meego e l’adozione di Symbian in favore della scelta unica Windows. Il disaccordo con Elop, secondo quanto emerso dall’analisi del quotidiano finlandese Helsingin Sanomat, sembra pertanto essere la causa principale della rottura, consumatasi in queste ore con un “arrivederci” che per molti versi sembra invece interpretabile come un morbido “addio”.
In pochi giorni Nokia si è trovata a veder crollare il valore delle proprie azioni in Borsa sulla scia delle cattive notizie provenienti dal bilancio e, poco dopo, a dover subire un taglio del rating dall’agenzia Fitch. Mentre spunta l’ipotesi di una eventuale acquisizione da parte di Samsung (ma le parti non commentano), cade ora una prima testa a dimostrazione delle tensioni in atto ai vertici dell’azienda finlandese.
Si attende l’estate, si attende il sereno: l’autunno porterà notizie sui Windows Phone, si sbloccherà l’inerzia e Nokia potrà smuovere le acque affrontando un nuovo esame di mercato (in questa fase particolarmente utile ed urgente).
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