«Qualcosa di poco piacevole è successo» in casa Nokia. Sono esattamente queste le parole usate con estremo stile dalla casa madre per descrivere un capitombolo che, c’è da esserne certi, il gruppo non vorrà più ripetere. Una immagine, al posto di mille parole, è compiutamente esplicativa dell’imbarazzo, del dispiacere e della compostezza delle scuse:
Il plauso va pertanto a Kristian Luoma, Product Manager Nokia per il progetto Ovi, per il modo in cui la comunicazione è stata gestita con sincerità e garbo. Ma il plauso non può invece essere ribaltato sul prodotto Ovi, che non solo ha lasciato a piedi l’utenza ma ha perduto anche la totalità dei dati pregressi salvati sul servizio nelle ultime settimane.
L’immagine del cagnolino dispiaciuto segue «le più profonde e sincere scuse» da parte di Luoma. Quindi la descrizione del problema, diretta al cuore del misfatto: un problema a livello di host ha bloccato i sistemi che reggono in piedi Ovi. Non solo: una serie di ricadute a catena ha fatto sì che il servizio rimanesse bloccato per molte ore, per poi essere ripristinato solo alla situazione del 23 Gennaio, perdendo pertanto ogni attività registrata tra quella data ed il giorno del disastro. Non c’è stato modo alcuno di rimettere in piedi il database: riportarlo al 23 Gennaio è stata l’unica soluzione praticabile.
«Nessuna parola può spiegare quanto chiediamo venia per l’inconveniente. Ci dispiace per i contatti perduti. Ci dispiace per le immagini dei profili […]. Niente può permetterci di ripristinarli, ma speriamo possiate dimenticare la cosa e concederci un’altra possibilità di potervi offrire un buon servizio». Luoma chiude il proprio esercizio di stile un ennesimo “I am sorry” e con la promessa di un solerte impegno al fine di assicurare massima affidabilità ad Ovi per il futuro.