Un’auto in un piazzale. Il riscatto nel cofano. Un importante codice sotto sequestro. La polizia arrestata. Il malfattore che fugge e fa perdere le proprie tracce. Il bottino che sparisce nel nulla. Sembra l’inizio di un thriller in salsa tecnologica, o l’incipit di un telefilm anni ’70, ma è invece realtà: è quanto successo a Nokia oltre 6 anni or sono, in un caso che attende ancora invano di trovare lieto fine.
Inizia tutto con una minaccia: un gruppo di malintenzionati comunica a Nokia di avere a disposizione un codice di decrittazione cruciale per la gestione del software sugli smartphone Symbian. Il codice sarebbe stato acquistato da terzi. Grazie a quel codice chiunque avrebbe potuto eseguire software sul sistema operativo, creando anche malware di vario tipo e potendo così dar vita a infezioni virali di grandissimo impatto. Il malaffare è però disposto a chiudere un occhio, a stralciare il codice e dimenticare tutto, purché una non meglio precisata somma di denaro (comunque nell’ordine dei milioni di euro) fosse versata come obolo e gratitudine per tale disponibilità.
Così avvenne. La consegna del denaro fu realizzata con la classica valigetta nel cofano di un’auto, parcheggiata nei pressi di Tampere (Finlandia). La polizia era stata allertata, ma per non meglio precisati motivi non fu possibile risalire ai malfattori, dei quali si son perse subito le tracce.
Il caso è emerso oggi sulle pagine della finlandese MTV News e le autorità non hanno potuto far altro che commentare l’accaduto con una conferma per cui vi sarebbero indagini in corso e che Nokia è parte lesa in questa vicenda. Se Nokia pagò il riscatto, fu per proteggere tanto il mercato di Symbian, quanto milioni di utenti in tutto il mondo. Molto è cambiato, però, rispetto ad allora.
La vicenda è avvenuta alla fine del 2007, quando Symbian occupava ancora il 50% del mondo della telefonia (oggi ha lo 0,2% circa) e Apple aveva appena lanciato sul mercato l’iPhone: la parabola discendente del sistema operativo dominante stava per iniziare. Non si sa come il codice di decrittazione fosse finito nelle mani sbagliate, né si è saputo quale eventuale utilizzo sia ancor stato fatto del codice stesso. Con ogni probabilità i malfattori si sono goduti il bottino e hanno dimenticato l’origine (ormai svalutata) della loro ricchezza.