L’accordo tra Nokia e Microsoft segna l’inizio di una nuova grande avventura, ma implica per il gruppo finlandese anche un conto molto salato da pagare. Dopo la mattinata di giubilo, infatti, tutti i nodi vengono al pettine ed il gruppo si trova ad affrontare la dura realtà del mercato finanziario scontando in borsa 48 ore di pieno tracollo. Ma le cattive notizie non finiscono qui.
Nokia ha confermato tramite il proprio CEO Stephen Elop che la strategia prevede anche con una serie di licenziamenti necessari al fine di contenere i costi del gruppo. Riordinare i conti in un periodo di forte investimento significa anzitutto tagliare il personale: i tagli non sono ancora stati né annunciati, né quantificati, ma è presumibile prevedere un forte ridimensionamento di tutto quel che è il comparto Symbian/MeeGo. Nokia ha infatti delegato lo sviluppo a Microsoft, concentrandosi sui servizi propri del gruppo e sull’hardware. L’unione delle forze consente infatti forti sinergie, ma al costo di un forzato ridimensionamento della forza lavoro (che nei giorni scorsi era già stata valutata come sovradimensionata rispetto a gruppi quali Apple o Google che operano ormai in diretta concorrenza).
Stephen Elop ha confermato però che il gruppo è e rimarrà finlandese: sebbene il mercato nutrisse dubbi in proposito, temendo uno spostamento del baricentro Nokia verso la Silicon Vallery, il nuovo CEO ha frenato ogni rumor ed ha asserito che, nonostante il sicuro ridimensionamento, la Finlandia rimarrà la casa madre dell’azienda.
Migliaia di dipendenti vedono ora a rischio il loro ruolo nel gruppo ed il Ministro per l’Economia finlandese Mauri Pekkarinen ha immediatamente affermato di voler prendere a cuore la questione per trovare immediatamente una nuova destinazione per coloro i quali dovranno pagare in prima persona il cambio di strategia imposto all’azienda leader della telefonia internazionale.
La borsa nel frattempo porta le azioni del gruppo europeo a perdere 13 punti percentuali dopo i 7 perduti già nella giornata di ieri. Trattasi comunque di un ridimensionamento relativo se visto in un’ottica di lungo periodo poiché soltanto fino a pochi mesi or solo il titolo gravitava su orbite ben più basse e con prospettive ben più nebulose. Stephen Elop del resto lo aveva detto con estrema franchezza: o ci si brucia, o ci si tuffa nell’oceano per salvar la pelle. Nessuna delle due prospettive è gradita in borsa, ma una delle due potrà probabilmente regalare nuove soddisfazioni ad un gruppo altrimenti destinato a giorni molto tristi.
A questo punto della storia manca soltanto un dettaglio, quello principale: i Nokia Windows Phone, quelli che l’utenza dovrà valutare, giudicare e, se graditi, acquistare. Definito il contesto, si dovrà ora scendere nel concreto.