Nonostante gli interventi e le multe dell’Antitrust, contro l’abitudine italiana dei gestori telefonici di ricorrere a pratiche scorrette e aggressive nei confronti degli utenti che facciano richiesta di portabilità alla concorrenza, il fenomeno prosegue e si diffonde.
Tra i vari comportamenti ostacolanti che l’Antitrust ha rilevato, vi è per esempio Telecom che non avrebbe liberato la linea, soprattutto quella ADSL, a seguito di richiesta di passaggio ad altro operatore, e avrebbe sospeso il servizio di fonia e Internet con un anticipo notevole rispetto al passaggio ad altro operatore.
Non basta. Ancora Telecom è stata multata per 200.000 euro a causa della campagna pubblicitaria “Alice casa senza canone” dell’autunno 2008. L’Antitrust ha giudicato lo spot (promosso anche via Internet) “idoneo ad indurre in errore” perché faceva credere al consumatore che il pagamento fosse in base al traffico quando invece prevedeva un costo fisso mensile di 42 euro.
Anche Vodafone si è beccata un’ammenda di 260.000 euro dopo una segnalazione da parte del rivale Fastweb. La sanzione è per la campagna pubblicitaria di “Vodafone casa” dove l’Antitrust ritiene che Vodafone non abbia “informato adeguatamente i consumatori che la funzionalità dei servizi voce e dati su rete fissa non è immediata, sull’esistenza di un contributo di attivazione pari a 49 euro e sull’esistenza di una soglia per le due direttrici di traffico”.
Tuttavia le ammende non sembrano avere effetto deterrente, forse anche perché troppo esigue rispetto agli introiti e al reale rischio di perdere clienti ai danni dei rivali. È quanto sottolinea L’Aduc secondo il quale, le nuove sanzioni dell’Antitrust per gli operatori di telefonia sono al massimo «simboliche».