La notizia è ufficiale: Apple è al suo ultimo Macworld e Steve Jobs non ci sarà.
Due notizie in una:
- Apple rinuncia all’evento, spiegando che ormai è cosa inutile perchè il gruppo sa muoversi su altri campi coinvolgendo molta più utenza rispetto al passato. Un cambio di strategia, insomma;
- Steve Jobs rinuncia all’ultimo keynote, lasciando spazio a Philip Schiller; la cosa rilancia i rumor sul cattivo stato di salute di Jobs ed inevitabilmente l’ultimo keynote sarà vissuto all’insegna di una ingombrante “presenza”: quella della sua assenza.
Ma c’è un’ipotesi ulteriore che può essere formulata, ovvero che le due notizie in verità siano una sola. Semplicemente, a Cupertino le espressioni “Steve Jobs” e “keynote” sono una sinonimo dell’altra. Semplicemente, non c’è Macworld senza Jobs. Jobs è l’evento, Jobs è l’elemento imprescindibile, Jobs è l’icona. Senza di lui l’evento non è un evento ed i confronti con il passato potrebbero essere semplicemente imbarazzanti.
Si potrà ragionare sul fatto che si rinunci al Macworld, si potrà ipotizzare il motivo che tiene lontano Jobs dal palco, ci si potrà avventurare in congetture di qualunque tipo, ma una sola è la certezza: è la fine di un’era.
In prospettiva: a pochi mesi dal passaggio di consegne di Bill Gates, probabilmente anche Steve Jobs sta per tirare definitivamente i remi in barca. Poco per volta, senza strappi, senza rumore. Rinuciando, tanto per cominciare, con gli storici keynote.