Nelle sedi indiane dell’IBM 700 neolaureati sono stati assunti, addestrati e poi licenziati in tronco. Recessione del mercato? Problemi dell’azienda? Assolutamente no, nuove assunzioni sono all’orizzonte, due nuove sedi daranno lavoro a tremila tecnici indiani.
Semplicemente il personale è stato sottoposto a dei test attitudinali per misurare la qualità del lavoro svolto e i risultati non hanno soddisfatto gli standard aziendali.
L’azienda ha motivato l’accaduto ricordando la propria cultura aziendale, votata al massimo del rendimento, allo sviluppo del potenziale dei propri dipendenti, alla formazione e all’aggiornamento di personale dotato e qualificato. In poche parole dentro i dipendenti che valgono, fuori coloro che non passano i test.
Non che io sia una fan dei licenziamenti in tronco, ma quante volte vi siete ritrovati ad avere a che fare con degli incompetenti? Magari non è il caso di licenziare al primo test fallito, ma se tutte le aziende sottoponessero ogni tanto il lavoro del personale a dei controlli di qualità, anche chi va al lavoro giusto per scaldare la sedia e portare a casa lo stipendio si ritroverebbe costretto a darsi un po’ più da fare.
E sapete come ha risposto il governo indiano interpellato sulla questione? Ha detto che la politica delle aziende non è un affare che coinvolge lo stato e che comunque lo scopo del governo indiano è quello di alzare gli standard qualitativi della formazione scolastica a tutti i livelli e non quello di abbassare le richieste delle aziende. Ce lo vedete il governo italiano a dichiarare la stessa cosa?