Paiono destinate a non avere successo le iniziative di tassazione sui riproduttori multimediali in Canada. La tanto discussa legge “tassa iPod” è stata giudicata incostituzionale da una Corte canadese, che ha così eliminato l’ombra di un aumento medio di 75 dollari sui riproduttori di musica portatili. La possibilità di attuare un simile provvedimento aveva raccolto pesanti critiche non solo dai consumatori canadesi, ma anche dalle grandi società come Apple e Microsoft, impegnate in crescenti investimenti nel settore della musica digitale.
Le due compagnie sarebbero state le più penalizzate dal metodo di tassazione progressivo, che avrebbe previsto l’applicazione della tariffa massima per i riproduttori multimediali dotati di memoria superiore a 30 Gb. Il costo medio di un iPod da 80 Gb sarebbe così lievitato in Canada del 29%, superando i 330 dollari (prezzo cui è normalmente venduta la versione da 160 Gb). Secondo il giudice Karen, la Commissione per il Diritto d’Autore del Canada non ha l’autorità necessaria per stabilire tasse e tariffe su riproduttori e registratori di musica in formato digitale.
La “tassa iPod” era stata proposta per compensare la diminuzione degli introiti per le case discografiche dovuta al costante aumento di musica copiata illegalmente. Studiata su base progressiva, da un dollaro per i dispositivi al di sotto di 1 Gb di memoria ai 75 dollari per i dispositivi oltre i 30 Gb, la tassa avrebbe consentito ai possessori dei riproduttori mp3 di scaricare e scambiare musica con regole sul copyright “alleggerite”. Secondo le leggi del Canada, infatti, creare file mp3 partendo dai propri CD sarebbe formalmente illegale e perseguibile come reato contro il diritto d’autore. Tramontata, almeno per il momento, l’ipotesi di una tassa compensativa, il governo del Canada dovrà ora decidere se modificare le legge sul diritto d’autore o mantenere in uno stato di semi-illegalità milioni di cittadini canadesi.