Ad un mese dall’introduzione del ballot screen, Internet Explorer non ha subìto quel calo che molti si aspettavano. È vero che il browser di Microsoft ha perso alcuni punti percentuali, ma con un ritmo decisamente inferiore a quanto molti esperti avevano pensato.
Dall’analisi dei dati, quindi, il ballot screen non ha avuto un impatto travolgente, né in Europa (dove è stato introdotto a causa delle normative antitrust), né nel resto del mondo.
Tra febbraio e marzo Internet Explorer ha subìto una perdita di 0.93 punti percentuali, passando dal 61.58% al 60.65%. Firefox è aumentato di 0.29 punti, passando dal 24.23% al 24.52%. Chrome è cresciuto del 0.52% (dal 5.61% al 6.13%), Safari ha guadagnato lo 0.20% (dal 4.45% al 4.65%) e Opera ha guadagnato 0.02 punti (dal2.35% al 2.37%).
Quindi se molti possono vedere il calo di IE come un indizio che il ballot screen sta portando dei frutti, questo potrebbe essere non del tutto vero. Indubbiamente l’analisi dei dati può essere vista come un indizio, ma le percentuali sono da considerare nella media della perdita che Internet Explorer sta subendo da un po’ di tempo a questa parte.
Internet Explorer soffre principalmente per il suo ciclo di aggiornamenti, che non è lo stesso dei grandi concorrenti, capaci di sfornare nuove versioni con una velocità considerevole. Tuttavia IE è ancora utilizzato da più della metà degli utenti sul Web, e IE8, da solo, rappresenta un quarto del totale.
L’importanza di avere un browser predefinito su un sistema operativo rappresenta, per Microsoft, ancora un fattore importante. IE6 è ancora superiore a IE7 per alcuni motivi: Innanzitutto perché molte imprese continuano ad usarlo, e poi perché Windows XP è ancora superiore a Windows Vista.