Ricordate i Linden dollars di Second Life? Ora ci prova Facebook, sperando in un risultato migliore. Dopo più di un anno di sperimentazione, infatti, Facebook Credits sarà il metodo obbligatorio per gestire i pagamenti e acquistare beni virtuali sul social network.
L’annuncio è stato dato sul blog ufficiale e anche se ovviamente non si tratta di un conio reale in un mondo reale (però Facebook ha una popolazione inferiore soltanto a Cina e India), il passaggio è molto importante, sia tecnicamente che simbolicamente.
Il motivo? I giochi e tutte le terze parti sul sito, sono un affare colossale, sviluppatosi, al momento, soltanto in estremo oriente. Un mercato stimato in 835 milioni di dollari.
La valuta unica spingerà verso l’utilizzo di massa di questi giochi in cui dobbiamo acquistare elementi per arricchirli, sulla cui transazione economica Facebook trattiene il 30 per cento.
Nel momento in cui giochi come CityVille hanno superato ogni più rosea aspettativa, superando i cento milioni di utenti, l’affare si è complicato e andava gestito diversamente.
Con la valuta unica per le microtransazioni gli sviluppatori perdono parte dei loro profitti, secondo una logica che per prima è stata intuita dalla Apple con iTunes, facendo sì che Mark Zuckerberg diventi un moderno padrone del vapore. Con buona pace di chi vorrebbe una redistribuzione altrettanto social di questo network.
Tuttavia è bene non scordare lo sviluppo di questo mercato, in cui è vero che la fetta è più piccola, in partenza, ma non è ancora stabilita la dimensione della torta.
E se i numeri attuali del gaming su Facebook (350 applicazioni sviluppate da 150 diversi soggetti, con il metodo della carta di credito o della telefonia mobile) diventeranno presto archeologia, c’è già chi immagina ulteriori scenari.
Il Wall Street Journal, ad esempio, è pronto a scommettere che Big F si butterà sull’e-commerce.