Il cerchio è ormai quasi chiuso: Microsoft ha raccolto l’ennesima firma di accordo per concedere in licenza l’uso di specifici brevetti per i quali il software Android è considerato in violazione. Il nuovo assenso giunge da ZTE, grande produttore cinese, che si allinea così a quanti fino ad oggi hanno già firmato medesimi accordi nei mesi passati per regolarizzare la propria posizione agli occhi della legge e del colosso di Redmond.
Sotto questo punto di vista, la settimana è stata oltremodo proficua per Microsoft: nei giorni scorsi la firma della Hon Hai (controllante un nome quale Foxconn) ha portato tra le mani di Steve Ballmer uno dei maggiori produttori al mondo, mentre ora è il marchio ZTE a certificare una volta di più quanto Android possa violare i brevetti Microsoft, tanto da portare ad accordi di licenza che non sono ancora mai passati per alcun tribunale. ZTE e Hon Hai si sono aggiunti ad un elenco che annovera già Samsung, HTC, Acer, LG, Amazon, Barnes & Noble, TomTom, Pegatron, Compal, Quanta, General Dynamics Itronix, Velocity, Wistron e Nikon, coprendo a questo punto circa l’80% della produzione Android.
Horatio Gutierrez, Corporate Vice President & Deputy General Counsel, Legal & Corporate Affairs in Microsoft, sottolinea come lo scorso anno il gruppo di Redmond abbia pagato qualcosa come 4 miliardi di dollari per i brevetti utilizzati nei propri prodotti, dunque pretende medesimo rispetto della proprietà intellettuale chiedendo fermo rispetto per le idee registrate negli anni passati. Gli accordi che vengono firmati in relazione ad Android e Chrome OS vanno a sanare la posizione di gruppi che utilizzano Android in piena gratuità, ma che si trovano a doverne gestire in seguito i costi in virtù dei brevetti violati all’interno del codice sviluppato dalla community.
La strategia Microsoft si è confermata vincente: Google è mai stata tirata in ballo e Motorola è l’ultimo baluardo a far resistenza di fronte alla pressione di Redmond. I termini dell’accordo con ZTE non sono noti, ma con ogni probabilità prevedono un rimborso monetario per le violazioni del passato ed uno scambio di licenze sui brevetti per il futuro.