La “notte prima degli esami” è ancora di «lacrime e preghiere», ma alla versione di Venditti c’è oggi un ingrediente onnipresente da aggiungere. All’emozione si è oggi infatti sommata la frenesia generata dalla Rete, dai rumor e dalle bufale, da quel senso comunitario che si viene a creare in quelle ore in cui una prova comune diventa comune solidarietà. Nulla è più “social” dell’esame di maturità. E la dimostrazione la si è nuovamente avuta quest’anno, pur con tutte le complicazioni del caso.
Un esame vecchia maniera, basato su fondamenti vecchia maniera, non può che mal adattarsi ai tempi ed alle possibilità che Internet ricrea. Il primo problema è stato negli anni scorsi quello dei telefonini, per i quali si è giunti ad un compromesso predisponendo una scrivania che li ospitasse tutti per evitare suggerimenti e falsificazioni via sms. Ma il problema della rete è anche concettuale, con una generazione digitale che si trova sulla carta ad esprimere le proprie conoscenze formate spesso a pc, sui motori di ricerca e con una predisposizione alla memoria totalmente cambiata rispetto al passato. Tutte queste discrasie generano disordine. Ed il disordine diventa caos nel momento in cui il countdown scade e l’esame inizia.
La notte prima degli esami è la notte in cui non si dorme. Chi per impossibilità, chi per scelta. La notte prima degli esami è quella delle anticipazioni, delle solita bufale ben congegnate che sfruttano la sete di spifferi informativi per accumulare visite e propinare suggerimenti a pagamento se non veri e propri malware (la storia insegna). È la notte degli scambi in P2P. Quest’anno l’esame è addirittura vissuto all’insegna delle bufale a cui partecipano, volenti o nolenti, anche i giornali, con un blog che si improvvisa scopritore postumo ed il Corriere della Sera che ci fa su un articolo regalando un link prima della confessione finale. Cicerone è la key “hot” del giorno, e si moltiplicano i siti che danno suggerimenti e cavalcano l’onda breve ed improvvisa generata dalle prove. Arrivare per primi è la sfida dei vari contendenti, evitare bufale è la miglior credenziale per preparare il terreno per l’anno venturo.
Il 2009 passerà alla storia come la maturità di Facebook. Su Facebook i ragazzi ci hanno passato ore durante gli studi, ed è di Facebook che si va a parlare anche nella prima prova scritta: «Alla luce della recente evoluzione dei social network a livello mondiale, ripercorrere l’evoluzione sociologica dei sistemi di comunicazione di massa. Porre l’accento sul cambiamento formale e sostanziale nei rapporti interpersonali: il concetto di privacy mantiene il suo significato originale? È richiesto l’apporto di esempi concreti». Lo spunto di riflessione non è però relativo ai social network, ma all’aspetto relativo alla tutela della privacy sui social network. Un terzo degli studenti ha cliccato un simbolico “mi piace” ed ha scelto la traccia.
Sempre più Web attorno alla maturità, ma l’esame ha dimostrato di non essere ancora maturo per portare il web al proprio interno. Una penna ed un foglio confinano la Rete a oggetto di cui parlare, fonte su cui cercare anteprime, luogo su cui condividere quel che si è fatto dopo le fatiche delle singole prove. Ma il web è fuori, per ora. Dopo la notte prima degli esami si spegne tutto e ci si concentra su quel foglio bianco: log-off, si inizia.