Tempo di trimestrale di cassa per Novell: più che rosei i risultati presentati, con un accento di positività che va posto sulla sua divisione open,
e in particolare su Linux. La seconda trimestrale di quest’anno, infatti,
fa registrare profitti per 5,87 milioni di dollari, un netto cambio di
rotta rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, in cui
l’azienda aveva annunciato di essere in perdita di 2,89 milioni di
dollari. I dati presentati ribaltano anche il risultato su base annua,
passato da una perdita di circa 22,8 milioni registrata il 30 aprile
2007, ad un guadagno di 22,7 milioni alla stessa data del 2008.
I
risultati hanno surclassato anche le previsioni, già positive, di Wall
Street: gli economisti avevano infatti previsto dividendi per 5
centesimi ad azione, contro i 6 centesimi che invece Novell è riuscita
a pagare ai suoi azionisti. I risultati positivi arrivano dopo la
decisione presa da Novell già qualche mese fa di ridurre la propria
forza lavoro di circa il 10%, mandando a casa 400 dipendenti. Bene
tutti i reparti, tranne i servizi e prodotti per Workgroup che hanno fatto segnare una flessione dell’1%, ma che comunque
rimangono una delle principali fonti di reddito con incassi pari a 92
milioni di dollari. A trainare verso l’alto sono stati soprattutto i
reparti Systems and Resource Management (+15% su base annua), Security Management (+13% su base annua) e soprattutto Open Platform Solutions. È quest’ultimo, infatti, ad aver fatto registrare un’impennata negli incassi: +31% su base annua, per un totale di 30 milioni di dollari, di cui ben 29
derivanti dai soli prodotti Linux. Il reparto dedicato ai prodotti open
source, con Suse Linux come porta bandiera, non si può ancora
considerare una vera e propria colonna portante dell’azienda
(rappresenta circa il 13% degli introiti), ma il suo continuo trend di
crescita fa segnare un punto a favore degli sforzi e degli investimenti
di Novell dedicati a Linux.
Con il suo Suse Linux Enterprise,
Novell è il secondo produttore di soluzione Linux destinate alle
aziende, dopo RedHat. Le due società, anche recentemente, hanno avuto
modo di scontrarsi e battibeccare su vari fronti. È di poco tempo fa l’affermazione dell’amministratore delegato di Novell, secondo cui RedHat non ha mai preso sul serio il mercato desktop, affermazione a cui la società dal cappello rosso ha risposto con un comunicato stampa riaffermando il suo impegno continuo nel desktop, sia con il suo RedHat Enterprise Linux, sia con la distribuzione Fedora,
da poco arrivata alla nona versione. Novell dal canto suo ha sempre
attirato forti critiche per la sua decisione di collaborare con
Microsoft sull’interoperabilità Windows/Linux, e sull’aver accettato di
firmare un accordo con Redmond per proteggersi da eventuali violazioni
di brevetti da parte di Linux.
A questo proposito è interessante notare come in un’intervista il direttore Marketing for Linux and Open Platforms di Novell, Justin Steinman, abbia affermato che nonostante i risultati siano indistintamente riferiti a tutte le soluzioni open comprese quelle frutto della collaborazione con Redmond, «Il
nucleo del business Linux di Novell sta crescendo. Per “nucleo” intendo
dire che il nostro business Linux non relativo a Microsoft sta
crescendo. Si tratta di sottoscrizioni per Suse Linux Enterprise Server
vendute direttamente dal reparto vendita di Novell o dai nostri canali
affiliati, senza alcun certificato Microsoft o venditori Microsoft
coinvolti». Questo dovrebbe risolvere il dubbio sull’eventuale
vantaggio che Novell si è aggiudicata rispetto agli altri competitor
Linux, andando a stringere un patto con “il nemico”.