Un nuovo documento pubblicato su Cryptome.org spiega come la NSA abbia intercettato milioni di chiamate in Italia nel giro di un solo mese. Non si tratta di un dato medio, ma di un campione: il numero non ha valenza statistica, insomma, ma può essere considerato come indicativo dell’abitudine in corso in virtù del fatto che i dati risalgono ad un’epoca in cui lo scandalo Datagate ancora non lasciava strascichi e nessuno ipotizzava che gli Stati Uniti dovessero dare un giro di vite al modo in cui monitoravano la politica internazionale.
Il documento è datato 22 ottobre 2013 e fa riferimento al periodo tra il 10 dicembre 2012 e l’8 gennaio 2013: nel corso di quasi un mese, la NSA avrebbe spiato nel nostro paese qualcosa come 45,9 milioni di metadati (chiamanti, durata, geolocalizzazione, eccetera). La valenza statistica del dato è estremamente relativa e a dimostrazione della cosa è sufficiente sottolineare come la quasi totalità delle intercettazioni è stata registrata tra il 12 ed il 24 dicembre, mentre nei primi giorni di gennaio non è stato archiviato neppure un solo file.
Il “leak” spiega come nel periodo di tempo indicato in Germania siano state spiate 360,8 milioni di chiamate contro i 70 milioni della Francia e i 60 milioni della Spagna.
Come per ogni documento emerso dal lato oscuro delle diplomazie, la verificabilità dei dati è nulla. Tuttavia la realtà emersa con PRISM parla chiaro a prescindere: c’è una situazione difficilmente tollerabile che ha messo in crisi i rapporti internazionali e che in queste ore sta costringendo Barack Obama ad un fermo passo indietro a dimostrazione della buona volontà degli Stati Uniti nei confronti delle richieste provenienti dall’UE. Le intercettazioni di Angela Merkel sembrano aver definitivamente fatto rompere gli indugi all’Europa e, mentre l’Italia nicchia con dichiarazioni di circostanza che non maturano alcuno strappo, il resto del vecchio continente sembra aver battuto cassa con molta più energia.
46 milioni di intercettazioni in un mese, e tutto ciò poco prima che lo scandalo Datagate esplodesse: il dato è questo, deve far riflettere, può far indignare e sicuramente merita un approfondimento che vada oltre a incontri formali, frasi di circostanza e coperture giornalistiche il più delle volte superficiali, disinformate e poco utili alla reale maturazione di una consapevolezza sociale per quanto accaduto.