La NSA utilizza molti modi per infiltrarsi nella Rete. Nel lungo catalogo tecnologico via via raccontato in questi mesi, ora bisogna aggiungere anche le onde radio. Stando al New York Times, l’agenzia americana avrebbe spiato 100 mila computer affidandosi a una tecnologia ignota ai più, capace di entrare e modificare dati dei pc anche quando non connessi.
Bisogna insomma aggiornare il catalogo dei sistemi di spionaggio della NSA, un po’ come nei film di James Bond: un fantomatico Mr. Q se ne è inventata un’altra, un ponte radio tra un USB drive e una stazione ricevente su uno spettro radio sconosciuto o comunque protetto. Il sistema, in realtà, è piuttosto comprensibile nel suo funzionamento e richiede un intervento fisico manuale di un operatore, quindi va escluso dal settore della sorveglianza globale, l’aspetto più inquietante dello scandalo Datagate. Resta però un simbolo evidente dello strapotere tecnologico della NSA e della totale mancanza di informazioni dell’opinione pubblica sulle sue implicazioni.
Non a uso domestico
Questo sistema a onde radio pare sia stato molto utilizzato nei confronti di computer militari cinesi e in altre operazioni estere antiterrorismo, antidroga e a difesa delle proprie reti contro intruders. Dunque mai per uso domestico, interno, negli Usa, né tantomeno a strascico. Di per sé sarebbe paradossalmente un’ottima tecnologia per i movimenti di protesta nei regimi totalitari. Tuttavia, le implicazioni sono moltissime. In un comunicato la NSA ha ripetuto quanto già detto in altre occasioni: lo spionaggio non serve a costituire un vantaggio economico per le aziende americane. Ma è difficile credere non ci siano complicanze in questo dedalo di rapporti, visto che la NSA ha installato backdoor in molti device venduti in tutto l’occidente.