Quanto è importante la memoria? La domanda è sicuramente retorica: la vita stessa ed uno dei
suoi significati più profondi, l’evoluzione, sono rese possibili da quella sofisticatissima memoria biochimica che è il DNA.
Parimenti importanti, cioè essenziali, sono le memorie costruite dall’uomo, chiave di volta di ogni apparecchiatura elettronica e presupposto della loro esistenza. I cambiamenti tecnologici e produttivi delle memorie hanno ripercussioni anche nella nostra vita quotidiana e basta un semplice esempio per capire di cosa si stia parlando.Il boom dei navigatori portatili è stato reso possibile, oltre che da un marketing accorto, anche dalla disponibilità di memorie capaci e dai prezzi e consumi energetici sensibilmente ridotti rispetto alle generazioni precedenti.
Al World Mobile Congress c’era uno stand non appariscente ma molto “denso” di novità. Il nome che portava, Numonyx, si riferiva ad un’azienda ancora non nata (il comunicato stampa ufficiale del lieto evento è datato 31 Marzo) ma i suoi prodotti sono, dal punto di vista pratico, già presenti in maniera diffusa in moltissimi apparecchi.
La società, ancorché giovanissima, nasce infatti con l’esperienza degli adulti. Numonyx è stata infatti creata dalla fusione delle divisioni flash memory di STMicroelectronics e Intel con l’apporto finanziario della società di private equity Francisco Partners; essa è un’impresa indipendente ed è lo sbocco quasi naturale delle esperienze fatte nei 6 anni di attività congiunta delle due aziende madri. Numonix è perciò, nei fatti, già presente con i chip marchiati Intel o STMicroelectronics e occupa sin dalla nascita, grazie ai suoi illustri genitori, un posto di assoluto rilievo nel campo delle memorie non volatili.
A Barcellona abbiamo incontrato Ed Doller, Chief Technical Officer di Numonyx, che ci ha parlato di un nuovo tipo di memorie, le PCM (Phase Change Memory), nelle quali la ritenzione dell’informazione non è affidata a transistor ma a resistenze controllate. Questo cambio di tecnologie è reso necessario dal vicino raggiungimento dei limiti dimensionali delle memorie tradizionali, i cui elementi attivi non possono essere rimpiccioliti oltre un certo limite.
Come spesso accade la teorizzazione del funzionamento – datata 1966 – precede di molto l’effettiva introduzione sul mercato ma sembra proprio che il biennio 2008/2009 sarà quello giusto per passare alla fase commerciale: al WMC c’era un cellulare funzionante le cui memorie erano state sostituite con chip PCM da 128 MB l’uno sistemati su uno stampato separato.
Una cella PCM contiene un microscopico elemento riscaldante il cui calore può alterare lo stato fisico di uno speciale materiale vetroso (chiamato Chalcogenide Glass): lo commutazione fra lo stato cristallino e quello amorfo produce un passaggio da bassa ad alta resistenza elettrica che viene “letto” come un cambiamento di stato logico da 1 a 0.
Queste celle sono molto più veloci, in scrittura, rispetto ad una flash tradizionale e si candidano perciò ad essere l’unica memoria “di bordo”, sostituendo sia le flash sia le RAM con consumi inferiori. Non finisce però qui: Intel ha annunciato, lo scorso febbraio, l’ottenimento di 4 stati da una singola cella, il che equivale all’immagazzinamento di 2 bit per un raddoppio della capacità del chip. Numonyx raccoglierà anche questa primizia tecnologica.
Restate sintonizzati: siamo stati in visita ad uno degli stabilimenti produttivi della società, raccogliendo notizie molto interessanti.