Nuova azione legale contro YouTube. Il portale di video più visitato del Web è stato citato in giudizio da una casa discografica indiana che ha ravvisato numerose violazioni dei propri copyright sul sito gestito da Google. Secondo i legali di Super Cassettes Industries, YouTube avrebbe ospitato sui propri server numerosi contenuti multimediali protetti dal diritto d’autore. La casa discografica indiana, che intende ottenere un cospicuo risarcimento per la vicenda, è già riuscita a far emettere un’ordinanza restrittiva ad interim dall’alta corte di New Delhi, che obbliga Google a rimuovere il materiale incriminato almeno fino a un pronunciamento definitivo del tribunale.
I legali che rappresentano la Super Cassettes Industries hanno affermato di aver richiesto numerose volte la rimozione del materiale, che infrangeva le leggi sul copyright, sia alla sede indiana di Google che a quella statunitense. In mancanza di una chiara posizione da parte di Mountain View, la casa discografica avrebbe successivamente deciso di adire le vie legali. L’Information Technology Act promulgato in India nel 2000 favorisce le posizioni assunte dalla Super Cassettes Industries. Secondo la legge indiana, infatti, primi responsabili dei contenuti ospitati sui propri server sono i gestori dei servizi online. L’articolo 79 dell’Information Technology Act preve deroghe e attenuanti solo nel caso in cui i fornitori di servizi per il Web dimostrino la loro buona fede e l’oggettiva impossibilità di controllare tutto il materiale pubblicato dagli utenti.
In casi giudiziari analoghi, Google ha sempre difeso il proprio ruolo di semplice intermediario, scaricando le responsabilità su quegli utenti che, pur violando il regolamento di YouTube, caricano sul portale materiali protetti da copyright. L’alta corte di New Delhi ha fissato la prossima udienza per i primi giorni di febbraio del 2008. Si prospetta una nuova e lunga azione giufiziaria per Google, sempre più criticata per le sue politiche eccessivamente liberali verso gli utenti di YouTube. Da tempo a Mountain View si ipotizza l’introduzione di nuovi filtri in grado di intercettare con maggior efficacia i materiali illegalmente caricati sul portale di video, ma al momento i risultati sono ancora deludenti.
Nel marzo di quest’anno, l’atteggiamento di Google spinse il colosso Viacom, il gruppo a capo di Mtv e Comedy Central, ad intraprendere le vie legali contro YouTube richiedendo un risarcimento record di oltre un miliardo di dollari. Il compartamento ambiguo di “big G” è probabilmente giustificato dalla necessità di tutelare le enormi potenzialità commerciali e pubblicitarie di YouTube, che sulla libertà per i propri utenti ha basato la propria fortuna. Politiche di utilizzo eccessivamente resitrittive potrebbero dirottare gli utenti verso altri portali, con un inevitabile danno per Google.